Forlì. Domani sciopero generale, delegazioni Cgil e Uil a Bologna per protestare contro la legge di bilancio
Bisognerà attendere domani per capire quanti lavoratori e pensionati partiranno anche dal Forlivese in direzione Bologna per aderire allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil contro una legge di bilancio considerata dalle sigle sindacali iniqua e priva di risposte concrete per i lavoratori. Si partirà anche dalla città mercuriale per raggiungere il capoluogo regione: la partenza è prevista alle 9 da Porta Lame quando il corteo raggiungerà, verso le 10.30 piazza Maggiore per il comizio sindacale che vedrà salire sul palco Marcello Borghetti, segretario generale Uil Emilia Romagna, e Maurizio Landini, segretario generale Cgil nazionale. Numerosi sono i temi critici messi sul tavolo a partire dai salari sempre più alleggeriti dall’inflazione.
«Non solo non ci saranno aumenti in busta paga – scandisce Maria Giorgini, segretaria generale Cgil Forlì Cesena –, per le pensioni minime al massimo ci sarà un aumento di 3 euro al mese». «ll governo come datore di lavoro pubblico – spiegano i sindacati – rinnova i contratti nazionali appena ad un terzo dell’inflazione, penalizzando il personale pubblico che è eroe solo durante le emergenze per poi essere dimenticato. Inoltre con questa legge di bilancio si vende per la terza volta il taglio del cuneo fiscale, mentre non ci sarà alcun aumento in busta paga anzi saranno gli stessi lavoratori e lavoratrici con il maggior gettito fiscale a pagare la defiscalizzazione. Sul fisco, in generale le politiche di questo governo riducono la progressività e attraverso condoni e concordati che favoriscono gli evasori. Non viene neanche ipotizzato qualsiasi intervento sugli extraprofitti».
«Non c’è 1 euro nella finanziaria per la sicurezza sui luoghi di lavoro – aggiunge Enrico Imolesi, segretario generale della Uil di Forlì –. Il nostro è uno sciopero di politica sindacale per realizzare una società più giusta». Si chiederà, dunque, a gran voce l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali. Non mancheranno richieste relative ai ristori promossi per la ricostruzione post alluvione: «Nella legge di bilancio non ci sono le risorse necessarie per rispondere, come promesso, ai ristori al 100% per i danni degli alluvionati che siano cittadini o imprese – aggiunge Giorgini –. Questo territorio può continuare a parlare di nutrie, fossi, manutenzione ma se non ci sono i soldi per fare gli investimenti sulle vasche di laminazione, la ricostruzione delle strade e la messa in sicurezza del territorio i nostri quartieri continueranno ad allagarsi, le nostre strade continueranno ad essere rattoppate e non aggiustate per essere in sicurezza, le nostre colline continueranno a franare e i fiumi a esondare».
«La manovra del governo – conclude Paolo Manzelli, segretario generale Uil Cesena – ridisegna una realtà ben diversa rispetto a quella che vogliamo. Per quanto riguarda i finanziamenti alla sanità, ci attestiamo sempre di più attorno al 6% che è una morte cerebrale del nostro sistema sanitario nazionale a favore della sanità privata».