Forlì. Decurtazioni dell’Ausl per i pasti fuori orario, dipendenti sul piede di guerra

Dipendenti Ausl sul piede di guerra per buste paga con decurtazioni fino a 100 euro dallo stipendio per aver consumato il pasto al di fuori della fascia oraria indicata dal regolamento aziendale un anno e mezzo fa. È quanto stanno vivendo decine di dipendenti ospedalieri che, in queste settimane, si sono ritrovati lo stipendio con trattenute che hanno gettato nello sconforto chi, già adesso, si rende disponibile per coprire orari di lavoro extra in un periodo lontano da quello di ferie. «Anche ieri - spiega Michele Bertaccini, segretario della Uil Fpl Forlì – ho ricevuto due o tre chiamate di oss o infermieri che mi dicono che stanno facendo turni da 10 giorni filati senza giorno di riposo. La legge lo permette però questa è una richiesta che, normalmente, avveniva in casi del tutto eccezionali o in pieno periodo di ferie estive. Se questa è la situazione già a maggio, in reparti come il pronto soccorso, è un sintomo preoccupante. Quando ci saranno due o tre persone in ferie, la situazione diventerà insostenibile. Al netto degli sforzi che io riconosco nella direzione forlivese - sottolinea il sindacalista - se l’azienda non assume più personale noi avremo una criticità totale». Il recupero delle somme dell’anno scorso legato al consumo di pasti al di fuori degli orari individuati dal regolamento interno suona, in questo contesto, come una beffa. «La scelta di fare il recupero delle somme sta creando tra i dipendenti Ausl rabbia ma anche sconforto - sottolinea Bertaccini -. Un po’ tutti i sindacati, già da un paio d’anni, hanno fatto presente che le fasce individuate dal regolamento erano stringenti e si chiedeva di poterne discutere. Sono state trattenute cifre importanti - esemplifica - anche a persone che magari, invece di andare a pranzo dalle 12, lo hanno fatto alle 11.45 perché sapevano che dopo non si sarebbero potuti fermare per mangiare. Oppure pensiamo a chi lavora al 118 e stacca al mattino: se fai è fatto una doccia prima di andare a mangiare ed è arrivato per questo in ritardo rispetto all’orario indicato nel regolamento, è stato destinatario di sanzione». Insomma, ciò che dipendenti Ausl e sindacati lamentano è una minima tolleranza.»“Nessuno qui vuole difendere i furbetti, se c’è qualcuno che ha sbagliato è giusto che paghi - sottolinea Bertaccini -. Qui si parla di gente onesta. Se io faccio l’ostetrica non posso affrettare un parto perché sennò non posso andare a mangiare, pensavamo fosse abbastanza logico che dovesse esserci una flessibilità. Sono persone che vanno a mangiare prima perché dopo sanno che non possono fermarsi oppure, se finiscono in ritardo il turno per mille ragioni, possano comunque mangiare per buonsenso».

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