Forlì, dallo Ior uno strumento di ultima generazione per la Gastroenterologia del “Morgagni Pierantoni”

Forlì
  • 21 febbraio 2024

Per quanto ricerca e clinica in oncologia abbiano fatto notevoli passi avanti nel donare nuove prospettive di cura per tantissime neoplasie, i tumori del tratto gastroenterico rimangono una problematica particolarmente diffusa e di complicata risoluzione. Peraltro, è notizia recente dell’aumento dei casi a carico del colon-retto, già oggi al terzo posto come incidenza tra le varie forme di cancro diagnosticate nel mondo rappresentando circa il 10% della casistica generale, nelle fasce di popolazione più giovani: uno stile di vita più sedentario e la diffusione di abitudini come alcol e fumo hanno portato anche gli under-50 ad essere maggiormente colpiti da una malattia un tempo non toccata questa fascia d’età, se non incidentalmente. Ecco quindi che il miglioramento delle prospettive di prevenzione e diagnosi precoce diventa fondamentale: ed è proprio in quest’ottica che l’Istituto Oncologico Romagnolo ha recentemente donato all’Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì una strumentazione di ultima generazione, del valore di circa 12.000 euro, che promette di essere un valore aggiunto per il Reparto diretto dal dott. Carlo Fabbri.

Si tratta dell’Endorail System, apparecchiatura in grado di permettere ai professionisti di aumentare le possibilità di portare a termine con successo un esame, la colonscopia, fondamentale proprio per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto: «Anche il medico più esperto non è sicuro al 100% di riuscire a completare questo test, per varie ragioni – ha spiegato proprio il dott. Fabbri nel corso della cerimonia di inaugurazione dello strumento – a volte può essere a causa della lunghezza del tessuto da esplorare, altre per la presenza di curvature e angolature particolarmente tortuose da superare, altre ancora perché in presenza di un’alterata anatomia dovuta ad interventi chirurgici pregressi. In questi casi il paziente deve essere richiamato e svolgere nuovamente l’esame: ma per quanti passi avanti abbiamo compiuto a livello tecnologico e di presa in carico, la colonscopia resta una procedura invasiva e ripetere il test rappresenta è sicuramente uno stress ulteriore per chi deve farlo. Il macchinario che lo IOR ci ha donato è un valore aggiunto in questo senso, aumentando le probabilità di completare l’esame grazie ad un sistema di calamite, tanto semplice quanto geniale».

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