Forlì, Coronavirus: seconde case, beffa per migliaia di proprietari
FORLI'. Da domani si potrà fare un salto nelle seconde case al mare o in collina, ma solo se si trovano all’interno della provincia. Un vincolo non da poco per la maggior parte forlivesi che hanno la casa al mare in altre province, ma a pochi chilometri di distanza. Se infatti, ad esempio, è possibile andare a Cesenatico, non lo è andare nella vicina Cervia. Una delusione per migliaia di residenti nella provincia di Forlì-Cesena che hanno protestato chiedendo anche una aiuto a Confedilizia di Forlì-Cesena che dopo aver raccolto le proteste ieri ha tuonato: «La possibilità di raggiungere le seconde case andrebbe data senza la restrizione di rimanere in Provincia senza limitarlo ad una sola persona e ad una sola giornata. Sull’accesso alle seconde case in tempo di Covid-19 ci aspettiamo uno scatto in avanti di buon senso senza mettere a rischio la salute pubblica».
Si stima che in provincia siano circa 60mila i proprietari di seconde case al mare o in collina, la maggior parte dei quali con abitazioni di villeggiatura fuori dai confini di Forlì-Cesena, anche se spesso solo di pochi chilometri.
Carlo Caselli, presidente provinciale dell’Associazione dei proprietari di casa, Stefano Senzani, presidente vicario, e Vincenzo Bongiorno, segretario generale sottolineano: «La possibilità di raggiungere le seconde case andrebbe secondo noi concessa, diversamente da quanto prevede il Decreto del Presidente Bonaccini, senza la restrizione di rimanere territorialmente nella stessa provincia».
L’associazione è critica anche sul fatto di non poter andare nelle seconde case solo per sistemarle, senza poter restare.
«Il fatto di limitare lo spostamento ad una sola persona e per una sola giornata, non ci pare così fondato: che male ci sarebbe se, ad esempio, oltre al babbo si recassero assieme a lui presso la seconda casa anche mamma e figli? Poi perché l’obbligo di rientrare in giornata, se tanto continua comunque a permanere il divieto di uscire ? Dove sta il pericolo per la salute pubblica, visto che tanto parliamo dei componenti di un nucleo familiare che vivono quotidianamente insieme e che non farebbero altro che spostarsi da una casa all’altra, senza alcun contatto con altre persone? La possibilità di concedere alle famiglie l’opportunità di spostarsi nella propria seconda casa, anche se fuori provincia ma comunque in regione, aiuterebbe almeno queste famiglie a guardare un pochino più sollevate e con meno tensione alle prossime settimane, pur nel rispetto delle norme di sicurezza che bisogna continuare a seguire».
«Ci sono arrivate tantissime richieste di intervento esplicite da parte di soci e non soci, verbali e scritte - afferma Stefano Senzani -. È una questione molto sentita. Una marea di persone con la bella stagione non capisce perché dopo essere stata due mesi in casa con la propria famiglia, ora non possa spostarsi nella casa al mare o in collina. Tanti hanno la casa a Lido di Classe, le norme non consentono di andare in spiaggia, ma potrebbero passare un po’ di tempo in un posto più confortevole continuando a seguire le regole, che male c’è? Adesso c’è stata una presa di coscienza nelle persone rispetto all’emergenza, secondo noi c’è la possibilità di andare nelle case al mare o in collina rispettando le limitazioni. Va anche tenuto conto che comunque i proprietari pagano le tasse sugli immobili, ma non possono andare nelle loro case per ragioni di sicurezza. Chiediamo quindi un salto in avanti su questo fronte, la Regione lo può fare».