Forlì. Confartigianato: «Bisogna puntare di più sulla formazione, serve un ricambio generazionale»

Forlì
  • 20 giugno 2024

Ristori che sono un miraggio non per la mancanza di risorse ma piuttosto di tecnici a cui spettano le perizie, difficoltà di accesso al credito e di trovare personale specializzato e lo spettro di un calo di fatturato che potrebbe manifestarsi verso la fine dell’anno. Sono queste alcune problematiche che paga la piccola media impresa a livello locale in cui l’imperativo, oggi, è attrarre giovani per favorire un ricambio generazionale vitale per la collettività soprattutto nei territori collinari. Partiamo dal capitolo alluvione ancora non chiuso.

«Non è in alcun modo una polemica politica – premette Luca Morigi, presidente di Confartigianato Forlì -. I soldi ci sono ma sono fermi. Affinché entrino nella disponibilità delle aziende, queste devono presentare asseverazioni da parte di tecnici specializzati. Il problema è che i tecnici sono pochi, quelli che ci sono sono oberati di lavoro e spesso preferiscono non accettare l’incarico perché il compenso non va a coprire quelli che sono i rischi. Le aziende che si sono rimesse in piedi, quindi, sono ricorse ai propri soldi e spesso questo significa attingere dai conti correnti personali». A preoccupare gli imprenditori, soprattutto quelli che gravitano attorno all’edilizia come elettricisti, idraulici, per fare qualche esempio, è la chiusura della parentesi dei bonus edilizi che potrebbero portare ad una contrazione importante dei fatturati. «Noi abbiamo avuto fino a fine anno, il famoso 110% - spiega Morigi – e questo ha comportato l’avvio di tanti lavori magari non urgenti con un relativo aumento del fatturato da parte delle aziende. Ancora come Confartigianato non abbiamo associati che lamentano un calo di introiti - sottolinea - ma temiamo che nei prossimi mesi, verso ottobre o novembre, possa esserci una flessione in tal senso».

Altra difficoltà dei piccoli imprenditori è l’accesso al credito. «Spesso le grandi banche non vanno in supporto e ci impiegano fino a sei mesi per dare una risposta agli imprenditori che invece hanno l’esigenza di sapere in tempi brevi se il finanziamento verrà rilasciato o meno». Per ora, le aziende seguite dall’associazione categoria lavorano e non c’è un settore che soffre più di un altro anche se ad accomunare tutti è la difficoltà di trovare personale. «Le aziende che vogliono investire e che potrebbero avere delle commesse anche all’estero – prosegue il presidente di Confartigianato Forlì – non trovano risorse umane. Dobbiamo sforzarci tutti maggiormente, perché si faccia formazione nelle scuole. I lavori artigiani hanno pari dignità degli altri e fra 4-5 anni il rischio è che sarà molto più difficile trovare un idraulico, un falegname o un elettricista piuttosto che un avvocato per fare un esempio». Un ricambio generazionale che, soprattutto in realtà lontane dai centri urbani come quelle collinari, permetterebbe di salvare attività indispensabili per la collettività e contrastare così lo spopolamento.

«Il ricambio generazionale non sta avvenendo e molte aziende chiudono – continua -. Con la moria delle piccole imprese perdiamo il valore aggiunto del territorio. Bisognerebbe fare uno sforzo importante, con il coinvolgimento dei politici locali di qualsiasi colore siamo per invertire questa tendenza». L’associazione di categoria ha fatto scelte ben precise proprio per lasciare dei presidi anche nei comuni collinari e montani e non togliere servizi. «Abbiamo deciso di tenere aperte le sedi sul territorio montano proprio perché, spesso, qui sono venuti a mancare riferimenti quali uffici postali, banche o panifici – dice Morigi -. Nel periodo del Covid prima e poi dell’ alluvione e terremoto, in alcuni casi abbiamo messo le nostre sedi a disposizione non solo degli associati ma di tutti i cittadini per potergli offrire un punto di riferimento in questi momenti di difficoltà».

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