Forlì. Comitato vittime del fango: «Subito un tavolo con enti e istituzioni e velocizzare la redazione dei piani speciali»

Forlì

«Basta con le parole, è ora di passare ai fatti. Tutta la Romagna è continuamente a rischio alluvione, bisogna mettersi all’opera in fretta».

Alessandra Bucchi, presidente del Comitato unitario vittime del fango, torna alla carica dopo la parentesi elettorale. Proprio in campagna elettorale il nuovo presidente della Regione Michele De Pascale ha promesso un grande impegno su questo fronte. Lecito dunque aspettarsi un cambio di passo. «Noi ci aspettiamo che venga costituito il tavolo con tutte le istituzioni presenti, così come è stato presente in campagna elettorale De Pascale – afferma Bucchi – lo abbiamo sempre chiesto a gran voce con tutte le istituzioni competenti (Consorzio di bonifica, Autorità di bacino, Provincia, Regione e Comune) perchè ogni volta che facciamo un confronto sul tema manca qualcuno e quindi manca sempre l’ultima risposta, il problema non viene mai affrontato in maniera completa. Occorre velocizzare la redazione dei piani speciali e tutti gli interventi ancora non eseguiti sui fiumi, sia ordinari che straordinari – prosegue Bucchi –, sia la programmazione futura. La progettazione deve arrivare in fretta, perché bisogna avere una visione di quello che deve essere il futuro del territorio, che includa tutte le attività e gli enti che devono intervenire. Fino ad oggi abbiamo avuto sempre solo visioni spezzettate a seconda dell’ente competente e spesso non c’è stata comunicazione tra gli organismi preposti. Noi continuiamo a chiedere a tutti di intervenire in maniera rapida, efficace ed efficiente perchè i fatti hanno dimostrato che qualcosa non è andato come doveva tra una alluvione e l’altra, i lavori procedono in modo estremamente lento. Non possiamo continuare ad aspettare mesi e mesi per vedere il nulla».

Vivere con un occhio sempre al meteo e con la paura di una nuova alluvione è un prezzo alto da pagare. «Mancano visione, coordinazione, coerenza, confronto tra gli organi preposti e mancano i progetti. Manca tutto». Una situazione di stallo dovuta in parte anche alle elezioni regionali e il fatto che Governo italiano e governo regionale sono di colori diversi di certo non aiuta. «In un paese serio il fatto di avere Stato e Regione di due colori diversi non dovrebbe incidere - chiosa Bucchi - la strumentalizzazione politica è inaccettabile e non deve esserci. Basta politica elettorale, iniziamo veramente a fare, non è più tollerabile per nessuno una situazione di questo genere. Mette in ginocchio anche l’economia, nessuno vuole fare investimenti nelle zone alluvionate, bisogna vedere il futuro in maniera organica. Chi investe qui se non si trovano soluzioni? Sappiamo di essere in una zona ad alto rischio idrogeologico e questo rischio va affronato, bisogna smettere di tergiversare e comincare a fare. Capiamo che i piani speciali sono questioni complesse, ma se vogliamo affrontare una situazione speciale con modalità ordinarie non si risolverà mai il problema. Vanno messi in campo strumenti eccezionali, i lavori da fare sono troppi. C’è anche un problema di tutela della vita umana, basta pensare a quanto successo a Valencia. Non vogliamo vedere altri morti, bisogna agire».

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