Forlì-Cesena, i sindacati: “Sciopero metalmeccanici, i numeri delle adesioni parlano chiaro”
- 28 marzo 2025

Oggi, 28 marzo i lavoratori e le lavoratrici delle fabbriche metalmeccaniche della provincia di Forlì-Cesena hanno partecipato allo sciopero indetto a livello nazionale da Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm uil. “I numeri dell’adesione allo sciopero - scrivono i sindacati in una nota - parlano chiaro anche nella nostra provincia, il rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro dei Metalmeccanici dell’Industria e della piccola e media Industria non può attendere”.
Le adesioni
I dati delle adesioni comunicati dai sindacati: Bonfiglioli 80%, Electrolux 60%, Metalwork 90%, Celli 90%, Formec 90%, Sacmi 90%, Sacim 90%, Soilmec 90%, Ati a Cesena 50%.
“Oggi i metalmeccanici - prosegue la nota sindacale - hanno incrociato le braccia per l’intero turno di lavoro per rivendicare la riapertura del tavolo della trattativa per rinnovare i Ccnl di Federmeccanica e di Unionmeccanica Confapi sulla base delle piattaforme unitarie
di Fim-Fiom-Uilm votata dalle lavoratrici e lavoratori e ricordare che la trattativa deve riprendere e non può più essere rimandata.
Davanti ai cancelli dell’azienda Soilmec a Cesena e davanti a Confindustria a Forlì le organizzazioni sindacali hanno ricordato le cause che impediscono il rinnovo del contratto: Federmeccanica e Assistal stanno impedendo la ripresa della trattativa, negando il diritto fondamentale delle lavoratrici e dei lavoratori al rinnovo del Ccnl che, mai come in questa fase, è necessario per aumentare il salario e migliorare le condizioni di vita e di lavoro.
Oggi hanno preso parte allo sciopero anche i lavoratori e le lavoratrici dipendenti di aziende dove storicamente la mobilitazione incontra più resistenze; questo traguardo sottolinea l’importanza e l’urgenza del rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore.
I lavoratori e le lavoratrici delle industrie metalmeccaniche continueranno a difendere le loro istanze con la mobilitazione unitaria, il blocco degli straordinari e della flessibilità e anche con gli scioperi come quello che si è realizzato oggi.
Le istanze dei metalmeccanici restano chiare: definire aumenti certi ed esigibili sui minimi contrattuali, oltre l’inflazione, a tutela del potere d’acquisto dei salari; migliorare ed estendere i diritti, contrastare la precarietà ridurre l’orario di lavoro; aumentare la tutela in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e negli appalti; avere una politica industriale più chiara e di prospettiva per il settore metalmeccanico. La mobilitazione di oggi non può essere ignorata”.