Forlì, caso Sara Pedri: assolti l’ex primario e la vice
Assolti dall'accusa di maltrattamenti in concorso e in continuazione nei confronti dei dipendenti del reparto. Questa la sentenza per l’ex primario di Ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, Saverio Tateo, e la sua vice, Liliana Mereu per il caso dei maltrattamenti e del mobbing al reparto di Ostetricia e Ginecologia trentino, scoppiato in seguito alla scomparsa della ginecologa forlivese Sara Pedri avvenuta ormai 4 anni fa. Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari di Trento, Marco Tamburrino. Quattro anni, due mesi e venti giorni era la richiesta di condanna del pubblico ministero Maria Colpani.
“Il fatto non sussiste”
Secondo il giudice, che nella sentenza ha applicato l’articolo 530 comma due del codice di procedura penale, per quanto riguarda Tateo “il fatto non sussiste”. Analoga la sentenza relativa alla vice Mereu. Da ricordare che Tateo a suo tempo aveva già denunciato l’Azienda Sanitaria che lo aveva licenziato, a suo dire ingiustamente, e aveva vinto la causa civile ottenendo un risarcimento di oltre 125mila euro, e anche l’annullamento del licenziamento.
Il processo legato alla scomparsa della ginecologa forlivese era iniziato nel novembre del 2023, con rito abbreviato. Nel corso delle udienze sono state esaminate le contestazioni contro il primario e la sua vice, che riguardavano tra le altre cose le violenze verbali, la i ritmi di lavoro, e i comportamenti prevaricatori diffusi all’interno del reparto. Tateo e Mereu avevano sempre respinto le accuse di maltrattamento.