Forlì, cannabis, un emendamento rischia di mandare in fumo tutta la filiera romagnola

L’emendamento del Governo relativo alla coltivazione della cannabis sativa rischia di mandare in fumo non solo i negozi dedicati, che sarebbero costretti ad abbassare per sempre le serrande, ma anche a mettere in ginocchio la filiera di aziende locali legate a doppio filo con la commercializzazione di prodotti che non hanno effetti psicotropi. È questo l’effetto che produrrebbe l’emendamento al ddl sicurezza in esame in commissione alla Camera che mira a rivedere la legge 242 del 2016 che consente la coltivazione della cosiddetta “cannabis light”.

«L’effetto – spiega Riccardo Ricci, titolare Cbweed che a Forlì conta due negozi – sarebbe la chiusura totale dei punti vendita perché effettivamente blocca la commercializzazione di canapa». A Forlì sono cinque, complessivamente, gli esercizi commerciali specializzati nella vendita di prodotti di cannabis legale ma il settore economico è ben più ampio. «La nostra – continua Ricci – è una catena di franchising che conta oltre 130 negozi in tutta Europa. Tutti i punti vendita vengono arredati con artigiani del territorio locale: il ferro, solo per fare qualche esempio, è fornito da un’azienda di Fiumana, il legno invece da una ditta di Predappio dunque l’indotto economico riguarda un po’ tutti». I prodotti venduti nelle rivendite forlivesi e attraverso lo shop online, inoltre, sono frutto di collaborazioni con produttori locali come pasticcerie e cioccolatieri. A risentirne, infine, sarebbero i coltivatori di piantine di canapa con Tc compreso, così come previsto dalla legge, tra lo 0,2 e lo 0,6%.

«Abbiamo diverse coltivazioni, tutta la canapa che vendiamo la produciamo noi, siamo autosufficienti con le materie prime – dice Ricci -. A livello provinciale, non siamo gli unici: ci sono altre aziende che magari non hanno un marchio proprio ma vendono all’ingrosso la materia prima». Si tratta, dunque, di un settore economico ramificato anche a livello locale che negli anni è cresciuto. «Tra magazzino, azienda agricola e produzione quando siamo in pieno regime contiamo oltre 35 persone», quantifica Ricci parlando solo della propria realtà imprenditoriale a livello locale. L’emendamento del Governo ha già fatto registrare una flessione dei guadagni: «Noi ieri (lunedì, ndr), abbiamo ricevuto solo 1-2 ordini quando invece di lunedì evadiamo più di 20 spedizioni. Questa proposta tiene bloccata anche l’apertura dei negozi in franchising perché nessuno vuole investire in un clima di incertezza come questo». Ora, dunque, si guarda all’esecutivo con la speranza che faccia un passo indietro. «Paesi come Germania, Olanda e Spagna legalizzano la cannabis - conclude Ricci - mentre noi facciamo la guerra a prodotti che non “sballano”, non creano dipendenza o effetti collaterali. L’Italia va, dunque, in controtendenza rispetto altri Paesi europei e non».

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