Forlì. Babbo Natale artigiano porta doni in tutta Italia ai bambini malati
«Mi mancano le care vecchie letterine corredate di brillantini e tanto colore, ma cerco di guardare avanti, tutto si evolve, anche le richieste di doni a Babbo Natale, che ora arrivano tramite mail e whatsapp». Inizia oggi l’ennesimo viaggio della speranza di Davide Marchetti: anche quest’anno, nel periodo natalizio, l’artigiano forlivese prestato alla solidarietà toccherà decine di luoghi in tutt’Italia intrisi della sofferenza peggiore, quella dei bambini. «Va bene la tecnologia - dichiara - ma preferisco portare di persona giochi e regali, per non perdere il barlume di gioia che si potrebbe accendere negli occhi di quei piccoli». I primi beneficiari del suo gesto caritativo sono i giovani disabili accolti a Castel del Piano, in provincia di Perugia. A seguire, la slitta turbodiesel del singolare Babbo Natale andrà verso la Puglia, con destinazione San Giovanni Rotondo, il centro garganico che fu teatro della parabola terrena del santo con le stimmate: Padre Pio da Pietralcina. Quest’anno Davide dilaterà il suo impegno, andando a toccare anche alcune case di riposo, ricolme di anziani desiderosi di un semplice augurio, per poi raggiungere altri nosocomi, centri parrocchiali, case d’accoglienza e numerose abitazioni private da Roma, Firenze e Padova, a Forlì, Bologna e Lugo sino a Ferrara. Alla fine macinerà migliaia di chilometri con una “mission” ben precisa: dare la certezza che anche nell’era dei “social” e dell’intelligenza artificiale, c’è ancora qualcuno, in carne e ossa, pronto ad ascoltare il tuo cuore senza chiedere nulla in cambio. L’apice emotivo della spedizione umanitaria sarà la visita ai bimbi ricoverati in oncologia pediatrica della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. E’ un gesto che il volontario insiste nel mantenere, nonostante la difficoltà emotiva, perché spesso si tratta dell’ultimo desiderio di creature già al termine dell’ancor breve esistenza.
«Alcuni li rivedi l’anno dopo, in piena lotta per sopravvivere (sono cure lunghe e impegnative), altri non li trovi più perché guariti e ritornati a casa. Ma sono tanti anche quelli volati in cielo e ora angeli al cospetto del Signore». La lettera più toccante ricevuta da Marchetti risale ad una decina di anni fa: Matteo, piccolo leucemico ricoverato in terapia intensiva a San Giovanni Rotondo e ormai terminale, insisteva fortemente per poter incontrare il Babbo Natale forlivese. «Vieni subito perché mercoledì devo andare a casa». Era domenica e Marchetti si informa dai medici: «Perché chiede di incontrarmi se poi deve rientrare in famiglia?». Lunedì è già sul posto e viene sommerso da un abbraccio incredibile, tutte le sue energie residue per quella stretta. Poi il volontario rientra a Forlì e due giorni dopo, il mercoledì evocato dal bimbo, arriva la telefonata da brivido: «Matteo è volato in cielo, tenendo fra le mani il tuo regalo».