Calcio, il Forlimpopoli aderisce al progetto del Sassuolo “Generazione S”

Forlì
  • 15 novembre 2023

Crescere uomini, più che lanciare campioni. Poi, se a Forlimpopoli verrà scovato il nuovo Berardi, tanto meglio, l’importante, però, è educare i propri giovani ai valori sani del calcio, sperando che restino così legati alla società e garantiscano linfa continua alla prima squadra. E’ per queste ragioni che gli artusiani hanno deciso di andare a scuola dal Sassuolo, affiliandosi e aderendo al programma “Generazione S”, ideato dal patron Giorgio Squinzi per promuovere lo sviluppo sportivo e personale dei ragazzi, attraverso i valori e le metodologie neroverdi.

«Riteniamo che tutto questo sia un motivo di crescita tecnica per i nostri allenatori e uno sprone per i bambini – ha spiegato, lunedì sera Maurizio Signore, responsabile del settore giovanile, in occasione della presentazione ufficiale dell’iniziativa – l’obiettivo è portare entusiasmo e rendere Forlimpopoli un punto d’attrazione e riferimento per tutto il bacino d’utenza circostante». Una prova pratica di come può declinarsi il progetto si è avuta già lunedì, quando lo staff del Sassuolo, formato da Fabio Vernizzi, tecnico dell’Under 15, Chiara Colognesi, preparatore coordinativo, e Filippo Mezzetti, vice di Vernizzi, hanno fatto svolgere ai ragazzi classe 2011 del Forlimpopoli un allenamento sulla falsariga di quelli che effettuano coi propri. Il programma di quest’anno prevede altri due incontri sul campo, uno per la categoria Esordienti l’altro per i Pulcini, più sessioni teorico-pratiche e un convegno per gli allenatori, che sono, inoltre, liberi di assistere agli allenamenti del vivaio del Sassuolo. Previsti anche test-match con le squadre neroverdi, nonché la possibilità di partecipare alla grande festa finale aperta a tutti i ragazzi delle società affiliate (circa 70 in tutta Italia). «Quest’anno erano circa 600 – ha rivelato Chiara Colognesi – in quest’occasione, oltre ad allenamenti, giochi e partite, possono seguire da vicino la gara di campionato del Sassuolo».

Il fulcro di tutto il progetto resta, comunque, la formazione dei piccoli atleti. «Più che allenatori, siamo educatori, psicologi, fratelli maggiori, cerchiamo di insegnare valori basilari quali rispetto e fair-play ma anche semplici come la puntualità o l’attenzione alla divisa – ha proseguito Vernizzi – . Se vediamo qualche ragazzo meritevole lo segnaliamo, tuttavia, pur augurandoci il contrario, siamo consapevoli che pochissimi, un giorno, arriveranno in serie A, il nostro vero obiettivo, quindi, è far sì che i ragazzi si innamorino del calcio: se uno a 40-45 anni gioca ancora, allora l’abbiamo centrato in pieno».

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