Allarme pneumatici fuori uso, Cna: «Sanzioni ingiuste alle imprese ma la raccolta è inadeguata e inefficace»

Forlì
  • 12 febbraio 2025

FORLI’-CESENA. La situazione delle officine della provincia di Forlì-Cesena è ormai insostenibile a causa dell’accumulo di Pneumatici Fuori Uso (PFU), fenomeno che mette in serio pericolo sia l’ambiente che la sicurezza.

«Le nostre officine sono letteralmente sommerse da Pneumatici Fuori Uso (PFU) a causa di una gestione della raccolta ormai inadeguata e inefficace – afferma Marco Boscherini, responsabile CNA Servizi alla Comunità Forlì-Cesena - l’emergenza si aggrava nei periodi di cambio gomme, con le imprese costrette a fare i conti con spazi saturi, rischi ambientali e possibili sanzioni per gli accumuli nei piazzali e nei depositi».

I pneumatici fuori uso, fa sapere CNA Forlì-Cesena, «composti da gomma, acciaio e tessuti difficili da biodegradare, non solo occupano ampie aree, ma se non smaltiti correttamente possono liberare sostanze tossiche. Inoltre, quando stoccati in spazi esterni, accumulano acqua che favorisce la proliferazione di zanzare, creando un serio rischio sanitario, in particolare in prossimità dei centri abitati».

«Le imprese continuano ad essere oggetto di sanzioni ingiuste» - sottolinea Boscherini. I gommisti, infatti, sono obbligati per legge ad affidarsi ai Consorzi per la raccolta e lo smaltimento dei PFU, sostenuti dai consumatori tramite una tariffa obbligatoria. Tuttavia, nonostante le sollecitazioni da parte di CNA, che risalgono a oltre un anno fa, la risposta da parte delle istituzioni è stata insufficiente. Sebbene sia stato istituito un tavolo tecnico dal Ministero dell’Ambiente, le misure adottate hanno portato a una raccolta aggiuntiva di solo il 2%, ben lontano dall’obiettivo del 10%.

«Crescono le preoccupazioni e le proteste degli operatori – continua Boscherini – Non è più accettabile che le imprese siano lasciate sole ad affrontare questa crisi, aggravata da procedure burocratiche complesse e piattaforme operative dei Consorzi che restano inaccessibili».

«Il problema principale risiede nell’interruzione o nella limitazione dei servizi da parte delle ditte di smaltimento convenzionate. La risposta più rapida», dice CNA, «deve essere una raccolta decisamente straordinaria, strettamente governata e monitorata dal Ministero dell’Ambiente, che intervenga nei punti di maggiore criticità. Inoltre, è fondamentale rivedere l’intero sistema di gestione dei PFU, prevedendo una normativa che assicuri trasparenza e controlli rigorosi lungo tutta la filiera, dai produttori alle piattaforme online, che troppo spesso non rispettano le disposizioni. Le istituzioni, a loro volta, dovrebbero sollecitare con forza il Ministero competente affinché affronti e risolva in modo definitivo questa situazione, che non può più essere procrastinata».

«Servono misure straordinarie e tempestive - conclude Boscherini - senza trascurare la necessità di interventi strutturali, che impediscano il ripetersi e il perdurare di tale crisi. Le nostre imprese meritano risposte concrete per operare in sicurezza e nel rispetto delle regole, del lavoro e dell’ambiente tutto».

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