Fellini Museum, non un sacrario ma una chiave di lettura
RIMINI. «Questa è una operazione pienamente rinascimentale» dice Luca Cesari, studioso e docente di Estetica nonché curatore della mostra dedicata a Tonino Guerra, storico collaboratore di Fellini, nell’ala di Isotta (Nel mondo di Tonino Guerra, aperta fino al 9 gennaio). Anche Sigismondo, del resto, ridisegnò e rivoluzionò il Tempio Malatestiano così come oggi si sta rivoluzionando Castel Sismondo. Una risposta neppure troppo velata alle numerose critiche arrivate per aver trasformato una dimora antica in una casa dei sogni, tra luci, video, voci, soffi di vento. E a chi rimpiange che non sia stato recuperato il fossato malatestiano, il sindaco Andrea Gnassi risponde: «Il fossato non esiste, le analisi della Soprintendenza hanno dimostrato che ci sono solo lacerti, residui di laterizi».
C’è invece, oggi, questo Fellini Museum (FM, come la modulazione di frequenza, per chi ama i giochi linguistici) che ha già attirato l’attenzione della stampa nazionale e internazionale e quella di un regista come Wes Anderson, invitato a vederlo.
«Non adorare la cenere ma alimentare il fuoco» chiosa Gnassi. E continua: «Il castello è rinascimento grazie a Fellini».
Comunque la si pensi in proposito (ad esempio: col museo sarà impossibile ospitare qui mostre temporanee di grande rilievo come quelle promosse in passato, anch’esse del resto criticate da una parte degli intellettuali cittadini), il Fellini Museum va visto e ascoltato, bisogna immergersi nelle sue 16 stanze e seguire il flusso delle suggestioni lasciandosi trasportare.
«Non un sacrario ma una chiave» di accesso alla città, alla mente effervescente di Fellini, al suo genio incontenibile. Per questo il museo non è un contenitore, non potrebbe esserlo, ma un suggeritore: di percorsi, di visioni, di interpretazioni: in fondo, «tutto si immagina» avrebbe detto il regista riminese, e lo spettatore diventa spettautore esemplifica Marco Bertozzi, curatore del percorso insieme ad Anna Villari.
Per raccontare tutto questo Gnassi parte dal Ceis, dalla seconda guerra e dalla ricostruzione grazie anche al Soccorso Operaio Svizzero, che per la rinascita della città puntò sulla formazione, «e oggi a Rimini si può scegliere la bellezza». Cerchio chiuso.
La bellezza, un vaccino contro il virus dell’ignoranza e dell’abbrutimento: «I luoghi più creativi sono quelli che hanno più anticorpi rispetto al futuro». E dunque «partiamo dal poter immaginare una città che ridà senso alla sua storia investendo materialmente su un sogno, che è quanto di più immateriale possa esistere».
Troppo fumoso? Giudicate voi. Basta immergersi nelle sale del castello o attraversare la controversa piazza con i giochi d’acqua, entrare nel carosello di 8½ fino a incontrare la “rinocerontessa” (femmina, secondo un’intuizione di Paolo Fabbri, che accompagnò i prodromi del progetto insieme a un altro Paolo scomparso, Rosa, di Studio Azzurro): una bestia dorata e apotropaica come il toro di Wall Street ma più simpatica, che invita a entrare a Palazzo Valloni, dove sarà ospitata l’Academy dei mestieri del cinema di Andrea Guerra, e dove possono trovare risposta, tra libri, disegni e documenti, le domande suscitate dagli allestimenti di Castel Sismondo. Questa parte non è ancora conclusa, ma lo sarà tra qualche settimana. Così come da terminare il giardino dedicato a Guerra attorno al platano centenario della piazza.
Come la città vivrà questa esplosione di gioco e fantasia è tutto da vedersi: i primi ad apprezzarla, intanto, sono i bambini, che a conferenza stampa in corso, incuranti delle telecamere, sguazzano contenti nella fontana della nebbia. Per loro, Fellini è questo, e forse lui ne sarebbe stato felice.
Come fare per visitarlo
Oltre alle programmate visite guidate in corso fino a domenica e già sold out, ieri sera il Fellini Museum ha aperto a sorpresa le sue porte ai visitatori fino alle 3 di notte. Un gesto di fine mandato che ricorda quello della prima elezione di Gnassi, quando il neo sindaco aprì nottetempo le porte di Palazzo Garampi ai cittadini.
Il Castello resterà poi aperto al martedì, giovedì, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19; mercoledì e venerdì anche dalle 21 alle 23. Biglietto 10 euro.