Solarolo, dai residenti forte contrarietà al progetto dell’Alta velocità ferroviaria
Il paese si è mobilitato in massa mercoledì sera per assistere e partecipare all’incontro pubblico sull’Alta velocità ferroviaria: quadruplicamento linea Bologna - Castel Bolognese.
L’ipotesi prevalente tra le proposte di Rfi, per la quale sono ammesse osservazioni entro il 28 gennaio, andrebbe ad impattare in modo devastante sul territorio di Solarolo, pertanto vi è un forte dissenso, non tanto per la linea, quanto per la scelta dell’itinerario: in sopraelevata, con espropri, abbattimenti di case, cementificazione, trasformazione in peggio del paese, considerato che proprio qui sono previste due interconnessioni con le linee storiche, quella per Ravenna e quella per Rimini e vi sarebbero da superare due autostrade, l’A14 bis e l’A14.
Il dissenso ha visto formarsi il comitato “Alta velocità Solarolo” che si va ad aggiungere ad altri, sorti lungo il percorso, con i quali vi è collaborazione. Solo nella serata di mercoledì sono state raccolte un centinaio di adesioni. Molti di più invece sono stati i presenti, tant’è che all’Oratorio dell’ Annunziata non sono riusciti ad entrare tutti. Tra gli intervenuti Amedeo Martignani del comitato “No viadotto” e, in qualità di esperto di alta velocità, Alessandro Fontanelli, che ha descritto un plastico “concettuale” (non in scala) e portato in visione slide e video sull’argomento.
L’obiettivo della serata è stato quello di condividere con la cittadinanza le informazioni in possesso sull’opera e aprire uno spazio di confronto al fine di produrre osservazioni, proposte, ma anche esternare dubbi e perplessità.
Critiche sono state espresse proprio sulla «scarsa informazione»: si è infatti trattato del primo incontro quando pare si conoscessero già i probabili “corridoi di percorso” nel 2021.
«E’ stato chiarito che i costi di 3.6 miliardi di euro non sono in carico al Pnrr, ma di provenienza ministeriale». E che i «fondi non è certo che vi siano». Come pure è stata segnalata «mancanza di un progetto globale, trattandosi solo del primo step di un quadruplicamento più ampio che dovrebbe raggiungere la Puglia nell’ambito della rete europea dell’Alta velocità».
Su questo punto verte una delle osservazioni istituzionali portata dagli enti locali: «Sarebbe il caso – ha detto Martignani - di inquadrare globalmente l’attuale fase».
E’ emersa la richiesta alla giunta regionale affinché «assuma una posizione netta, chiara e univoca, vista la crescente tensione popolare e il panico». Si è protestato perché «è stata negata ai comitati la partecipazione ai tavoli interistituzionali» pertanto è stata avanzata istanza di un incontro in Regione per approfondire soprattutto questi punti poco chiari: «Non risulta che alcun ente coinvolto abbia effettuato verifiche diparte o incaricato tecnici; risulta che l’autorità di bacino distrettuale del fiume Po non ha finora espresso pareri ad Rfi o a chi per essa; non esiste una strategia di lungo periodo, ma solo pianificazioni spezzate».
Tra le proposte: al posto dei piloni in sopraelevata sarebbe più gradito un tunnel che metterebbe tutti d’accordo, ma pare che le interconnessioni previste non siano possibili a livello ipogeo. I costi di un tunnel oltretutto sarebbero più elevati, ma molti sono convinti di no, perché a giochi fatti si eviterebbero espropri, compensazioni, l’impatto devastante dei cantieri e l’economia del paese ne risentirebbe meno.