Riolo Terme, via ai lavori per la nuova succursale dell’Istituto Alberghiero

Faenza

L’area di 3mila metri quadri coperti che ospiterà la nuova succursale dell’Istituto alberghiero “Pellegrino Artusi” è già tracciata da giugno. Ed è qui, in via Tarlombani, contigua alla sede già esistente della scuola, che ieri è stata posata la prima pietra di un cantiere che si conta di terminare in due anni, dopo un iter partito otto anni fa e un investimento da parte dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) di circa 9 milioni di euro, su progetto presentato dalla Provincia di Ravenna, aggiudicatario del bando “Scuole innovative” (decreto Miur del 7 agosto 2015).

Con la cazzuola in mano a compiere il simbolico gesto, c’erano il presidente della Provincia Michele De Pascale, fresco di candidatura al governatorato della Regione, coadiuvato dalla sindaca Federica Malavolti, dal dirigente scolastico Stefano Rotondi e dal direttore generale del patrimonio Inail, Carlo Gasperini, giunto da Roma. Dentro il primo mattone forato è stata inserita una pergamena con la ricetta della “Goccia d’oro” alla maniera di Luigi Goni, il fondatore dell’Istituto nel 1967. Ovviamente si tratta di una copia inserita a titolo di buon auspicio.

La cerimonia è stata preceduta da una serie di interventi illustrativi dell’opera e del percorso sostenuto. La nuova succursale permetterà la dismissione della sede in corso Matteotti, concessa in locazione passiva dal Comune, e il passaggio da tre a due plessi. Resterà distaccata la sede di via Oberdan, dotata di laboratori attrezzati per la ristorazione. L’idea del progetto è stata quella di reinterpretare le caratteristiche volumetriche esistenti, realizzando a fianco un edificio autonomo dal punto di vista energetico (a impatto pressoché zero grazie al fotovoltaico), da utilizzarsi sia in autonomia che in forma integrata e flessibile con la precedente costruzione.

I nuovi locali ospiteranno 17 aule didattiche e laboratori formativi quali cucine-pasticceria, sale da pranzo, banco bar e simulazione accoglienza. Al primo piano vi saranno spazi informali, servizi e un’agorà pensato anche per eventi in dialogo con la comunità circostante. Attualmente, alla scuola sono iscritti circa 600 studenti (anche dall’area metropolitana bolognese) e occupa un centinaio tra docenti e personale a vario titolo.

«Di fatto – ha commentato la sindaca Malavolti – è la più grossa realtà della vallata, che arricchisce il nostro territorio, fornisce opportunità di lavoro e offerte formative diversificate, tese a qualificare le nostre eccellenze nel sistema ricettivo».

De Pascale ha ripercorso le tappe di un percorso «molto complesso, in un periodo difficile, varato quando il destino delle province era incerto, non c’era alcun piano scolastico e decidemmo di partecipare al bando dell’Inail. Fu una scelta intuitiva che oggi rappresenta un contrasto allo spopolamento: portare scuole e servizi sanitari adeguati è quanto la politica può fare per combattere l’allontanamento dalla collina».

Il direttore dell’Inail ha collocato il progetto in un quadro complessivo finanziario di 350 milioni di euro «investiti in innovazione scolastica, ritenuta ad alta utilità sociale: questo è il sesto cantiere avviato su ventinove finanziati in Italia».

Ad avviso del dirigente scolastico «era un’opera attesa con ansia, che considera la distribuzione degli spazi secondo i criteri della moderna pedagogia con ricadute nella professionalità dei diplomati nel medio lungo termine». Ad eseguire i lavori è il Consorzio Nazionale Cooperative Ciro Menotti di Ravenna.

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