Riolo Terme, svaligiano il supermercato: arrestati dai carabinieri

Faenza

Il modus operandi era sempre lo stesso, un grande classico dei furti: lui fuori a fare il palo in auto, le due donne dentro il supermercato a caccia di offerte molto convenienti, anzi, prodotti da portare a casa senza pagare.

Questa volta, però, se il colpo non è andato in porto è grazie all’intuizione dei carabinieri della stazione di Riolo Terme che, avendo notato mercoledì pomeriggio un’auto in sosta nel parcheggio della Coop locale, si sono appostati nelle vicinanze per tenere sotto controllo la situazione. D’altronde, la vettura in questione era già sotto la lente dei militari dell’Arma.

Le borse con la stagnola

L’attesa si è rivelata proficua: quando le due donne sono uscite dal supermercato per raggiungere l’auto dell’uomo che le stava spettando, i carabinieri si sono subito presentati chiedendo lo scontrino di quanto acquistato.

Le borse, infatti, erano piene, ma non solo di oggetti sottratti agli scaffali: a sigillare internamente le buste, infatti, c’era uno strato di carta stagnola, grazie al quale è possibile eludere i sensori dei detector che si trovano all’uscita delle casse del supermercato.

I tre - residenti nel Bolognese di origini rumene e di età compresa fra i 25 e i 30 anni - non hanno potuto fare altro che confessare e restituire la merce rubata: nello specifico, il valore della refurtiva ammontava a circa 800 euro, comprendendo cosmetici di vario tipo come rossetti e mascara, oltre a un tablet. I tre - per una sussistono precedenti specifici, mentre per gli altri risultano agli atti solo segnalazioni - sono stati arrestati dai carabinieri e detenuti in cella di sicurezza durante la notte, su disposizione del pubblico ministero di turno, Stefano Stargiotti.

La misura cautelare

Ieri mattina sono stati accompagnati in tribunale a Ravenna per la convalida dell’arresto di fronte al giudice Michele Spina. A difenderli l’avvocato Francesco Uselli del foro di Bologna, sostituito in aula dal legale Giacomo Scudellari: pur decidendo di avvalersi della facoltò di non rispondere, i tre hanno comunque rilasciato dichiarazioni spontanee chiedendo scusa per quanto accaduto.

Per tutti e tre il viceprocuratore onorario Marianna Piccoli ha chiesto la misura cautelare del divieto di dimora in provincia di Ravenna, che è stata accordata dal giudice.

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