“Qui si fanno i passi del gambero”: la delusione degli alluvionati di Faenza
«Non ci possiamo ritenere soddisfatti, perché tutte le misure di risarcimento sono contraddistinte da lungaggini e complicazioni, come pure i lavori per avere una sicurezza più definitiva, i famosi piani speciali ormai rinviati almeno tre/quattro volte e dei quali siamo ancora in attesa. Gli eventi sopravanzano i tempi di intervento. Si fanno i passi del gambero, ovvero si procede su una cosa e intanto ne succedono altre tre».
Così ha commentato l’avvocato Danilo Montevecchi, del Comitato alluvionati del Borgo, dopo l’incontro di martedì indetto dalla Struttura Commissariale al cinema Sarti. Struttura commissariale che risponde solo per gli eventi del 2023, in quanto il commissario nominato per le ultime alluvioni di settembre non è il generale Figliuolo, ma Irene Priolo, presidente della Regione facente funzioni.
L’incontro è stato seguito da circa 200 persone in presenza e 150 collegate on line. Nell’occasione i tecnici dell’Unione della Romagna Faentina hanno “fotografato” i dati dei rimborsi al 15 ottobre.
Per quanto riguarda i privati, all’ufficio emergenza, attraverso la Piattaforma Sfinge, sono arrivate 348 domande: Brisighella (25), Casola Valsenio (5), Castel Bolognese (35) Faenza (239), Riolo Terme (7) e Solarolo (37). A fronte di un contributo complessivo richiesto, pari a quasi 17 milioni, ne sono stati erogati 5,2. Per 72 delle 348 domande presentate sono state richieste dalla Strutura Commissariale integrazioni di documenti.
Per le aziende sono state 140 le domande presentate nell’Urf, attraverso Sfinge: Brisighella (26), Casola Valsenio (11), Castel Bolognese (15), Faenza (67), Riolo Terme (10) e Solarolo (9). A fronte di una richiesta pari a 18,8 milioni, ne sono stati erogati solo 2,6.
L’Urf evidenzia ancora una volta «la farraginosità dell’intero sistema dei rimborsi che possono essere individuate nelle procedure interminabili e nella difficoltà a reperire periti certificatori». È stato inoltre rilevato dall’Unione «un generale senso di sfiducia che ha portato a depositare un numero di pratiche ben al di sotto delle aspettative, anche se rispetto al dato generale, il numero di domande dell’Unione Faentina è pari ad oltre un quarto di quelle di tutta l’Emilia-Romagna».
Il colonnello Carlo Latorre, della Struttura Commissariale, ha esposto le novità legate alle nuove ordinanze in via di pubblicazione, relative alla delocalizzazione e al credito di imposta: «Quelle che rendono esecutivi i provvedimenti» ha precisato Danilo Montevecchi che sulle delocalizzazioni ha inteso «riferite soltanto chi non potrà più ricostruire in loco, dopo avere avuto danni e inagibilità. I Comuni si dovranno esprimere su dove si potrà edificare con i soldi che dovrebbero erogare per farlo. Si deve tenere conto dei piani critici, delle zone rosse che vanno classificate».
Qui emerge proprio una delle difficoltà più evidenti, con la Struttura Commissariale che emana disposizioni da applicare e formalizzare da parte dei Comuni, i quali poi si ritrovano stracarichi di impegni e in condizioni di carenza di personale per farlo.
Alla richiesta di chiarimenti sui piani speciali, realizzazione di opere definitive di protezione e messa in sicurezza di sponde e corsi d’acqua le misure sono state solo annunciate (bacini, argini, opere idrauliche e idrogeologiche) ma per sapere ufficialmente quali, dove e le tempistiche, non resta che attendere i piani stessi, ammesso che facciano chiarezza. Intanto continua piovere e aumentano ansie e preoccupazioni.