Le vicissitudini delle suore di Fognano raccontate in un libro

Faenza
  • 07 febbraio 2025

Chissà se potrà mai ispirare un film o una fiction, di certo è già diventata un libro l’intricata vicenda che ha coinvolto le suore dell’Istituto Emiliani di Fognano. S’intitola “Il silenzio dell’anima – Una storia di Redenzione in Romagna” il volume di Enrico Gurioli edito da UtOrpheus per la collana I Tascabili. La pubblicazione sarà presentata oggi alle 18.30 al Circolo Ravennate e dei Forestieri. Sarà presente l’autore.

La narrazione si addentra nei meandri della nota vicenda che ha interessato le suore Domenicane del SS. Sacramento. Una storia che ha corso il rischio di determinare «una irragionevole e improvvida chiusura, poi per il momento evitata - dice l’autore -, partendo da un pretestuoso e discutibile debito finanziario».

Le vicissitudini delle sorelle è approdata alle cronache a partire da circa quattro anni fa: minacce, procedure civili, carabinieri nelle sacre stanze, decreti ingiuntivi, perfino scandali e proteste davanti al convento.

«Mi sono impegnato - continua Gurioli - a far sì che sia resa giustizia morale alle suore, sia per la loro condotta di vita che per il loro costante impegno religioso nell’avere continuato, con umiltà e sacrificio fra le mura del monastero, il loro carisma».

La lettura è scorrevole e appassionata, non si esaurisce con il rocambolesco intreccio fatto di suore, preti, vescovi e cardinali, avvocati e forze dell’ordine, ma contestualizza l’episodio nel territorio della valle del Lamone e nell’Appennino della Romagna toscana con citazioni storiche e colte ed un excursus su eventi, personaggi, ambienti, monumenti e paesaggi che ne delineano il carattere e la fisionomia.

«Una terra insanguinata da delitti, morti misteriosamente ammazzati e delazioni prezzolate sulle piccole eresie di confine» spiega Gurioli, marradese di origine di casa a Fognano, dove coltiva ulivi.

L’autore racconta anche, con la tecnica dell’affabulazione, la propria metanoia nel pensare e nell’agire per la salvaguardia di una preziosa testimonianza di fede e di civiltà lungo la Valle del Lamone, essendosi adoperato affinché il commissariamento delle attività monastiche fosse tolto.

In primo piano anche la figura di suor Marisa, la priora. e delle sue consorelle che hanno vissuto momenti poco piacevoli anche durante il periodo del Covid e successivamente con l’alluvione. F.D.

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