Faenza, “siamo stati abbandonati dai genitori”: ma era una truffa allo Stato

Si sono presentati al Commissariato di Faenza dicendo di essere stati abbandonati dai genitori. Fratello e sorella di nazionalità albanese, entrambi non ancora maggiorenni. Non avevano permesso di soggiorno, soldi, nulla. E così sono scattate le misure di protezione: servizi sociali, vitto, alloggio, istruzione, tutto a spese dello Stato. In realtà era tutto studiato. Questa l’accusa, che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di tre persone, tutte di nazionalità albanese: si tratta una coppia di 51 e 44 anni, padre e madre dei due ragazzi, e della connazionale 61enne che all’arrivo alla frontiera avrebbe certificato che la famiglia era sua ospite. Pure i due minorenni sono stati denunciati e nei loro confronti si procederà presso il tribunale per i minori di Bologna.
I fatti risalgono al 24 novembre del 2022, giorno in cui fratello e sorella sono stati presi in carico dai Servizi sociali di Faenza e affidati a una specifica struttura di accoglienza. Erano arrivati pochi giorni prima, al porto di Bari. Con loro c’erano i genitori che li avrebbero accompagnati oltre la dogana per consegnarli alla 61enne, ritenuta complice dall’accusa. Quest’ultima avrebbe infatti firmato una dichiarazione alla polizia di frontiera nella quale attestava che avrebbe ospitato la famiglia presso casa sua. Invece, sei giorni dopo i due minorenni si sarebbero presentati al commissariato manfredo, dichiarandosi abbandonati nel territorio dello Stato.
Questo ha portato l’accusa a contestare la truffa aggravata perché commessa ai danni dello Stato, che ha portato all’udienza predibattimentale tenutasi lunedì. Il giudice Antonella Guidomei ha disposto le ricerche dei genitori tutt’ora irreperibili, assistiti dall’avvocato Edlira Mace. La connazionale, assistita dall’avvocato Shpresa Kadrimi del Foro di Busto Arsizio, ha scelto il rito abbreviato, che sarà discusso a giugno.