Faenza, ronde per monitorare gli argini dei fiumi e individuare i punti a rischio

Faenza

Ci si muove in autonomia per la sorveglianza dei fiumi, seguendo il metodo che fu del vecchio Genio Civile, in fatto di prevenzione e comunicazione agli organi preposti di interventi necessari da svolgere per scongiurare pericoli. O perlomeno contenere i rischi.

Saranno attive già da fine mese le “ronde dei fiumi”: gruppi di cittadini autogestiti, formati e incaricati di monitorare argini e corsi d’acqua della Romagna. Soprattutto per quanto riguarda i danni provocati dagli animali fossori (istrici, ma anche conigli). Pare infatti che anche in occasione dell’ultima alluvione di settembre, certe rotture siano avvenute in corrispondenza di indebolimenti degli argini causati dalle tane di tali animali.

A coordinare il servizio su base volontaria sarà Claudio Miccoli, geologo, ex dirigente della Provincia e della Regione Emilia-Romagna, dove ricopriva l’incarico di responsabile della difesa della costa, con un passato anche da assessore. Con lui opereranno in sinergia associazioni di amici dei fiumi, esasperati dal ritardo degli interventi e delle misure di contrasto ai cambiamenti climatici.

«In pratica siamo già partiti – riferisce Miccoli – con gli Amici del Senio e del Santerno, ma siamo a buon punto anche per quanto riguarda il Lamone, il Montone, il Ronco, il Savio: dovremmo riuscire a coprire tutta la Romagna nel giro di un mese».

Al momento hanno già aderito oltre trenta volontari che saranno formati dallo stesso Miccoli in riunioni appositamente indette, poche nozioni piuttosto semplici.

Infatti: «Si tratta di persone – continua il geologo – che già conoscono il territorio: agricoltori, tartufai, cacciatori, ai quali sarà spiegato cosa cercare, cosa guardare e dove, con una frequenza il più alta possibile. Divideremo i fiumi in tronchi, come una volta quando c’erano i tratti di vigilanza, dove operava personale qualificato, i cosiddetti “guardiani”, a cui veniva assegnata una postazione fissa (addirittura un’abitazione in prossimità del fiume). I nuovi guardiani raccoglieranno indizi, cui seguirà una verifica e, in caso di positività al rischio, sarà inviata una comunicazione alle autorità preposte ad intervenire. In pratica saremo un sottoente autonomo e volontario che vuole collaborare: se dall’alto non gradiscono, noi lo faremo lo stesso e in caso di disastri almeno resterà traccia di quanto segnalato, utile in caso di individuazione di responsabilità specifiche».

In riferimento alle rotture degli argini a Traversara (Lamone) e a Cotignola (Senio in zona Chiusaccia) «non è un caso – aggiunge Miccoli - che siano avvenute in corrispondenza a Zps: Zone di protezione speciale, istituite in base a direttive europee con lo scopo di garantire la conservazione delle specie ornitiche (uccelli), ma gradite anche ad altri animali che se ne sono appropriati, i fossori appunto».

In queste aree a tutela dell’habitat è vietata ogni ingerenza umana, quindi anche la pulizia da alberi e arbusti, quando è avvenuta, è stata molto leggera, in linea con il tipo di zona protetta.

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