Faenza, rifiuti: lamentele per il servizio porta a porta

Faenza

Controlli e sanzioni per combattere il fenomeno dei comportamenti illeciti e incivili nello smaltimento dei rifiuti sono un forte segnale repressivo per mandare a regime il sistema adottato da Faenza, del porta a porta e della raccolta differenziata. Sono un segnale anche formativo all’educazione e alla sensibilità per contribuire tutti a mantenere una città decorosa.

Ma c’è chi continua a contestare proprio il metodo del porta a porta che può generare problematiche. C’è chi denuncia delle falle che stridono con le multe: insomma, ben vengano controlli e sanzioni, ma attenzione perché non sempre sono solo i cittadini in difetto. C’è chi spesso si trova in difficoltà ad adempiere alle misure stabilite, oppure rileva inadempienze da parte del fornitore del servizio e situazioni degenerative in fatto di igiene e decoro per una città d’arte che vuole dare un’immagine di efficienza e funzionalità in questo campo.

«Il porta a porta è un fallimento – insorge in merito Alessandro Vitali, dirigente comunale de Il Popolo della Famiglia -. Più che una modalità di raccolta rifiuti, per i faentini è una vera e propria piaga. Si continua ad abusare della pazienza dei cittadini e sta divenendo una sorta di “reato” pari a chi abbandona i rifiuti».

Un duro attacco insomma che ha visto intervenire in più occasioni e sulla stessa linea anche partiti di opposizione, quali Lega e Fratelli d’Italia.

Sempre vitali segnala «una profonda ingiustizia per i cittadini del forese, costretti a subire ritiri di plastica, carta e vetro ogni 15 giorni». L’attacco è anche politico: «L’assessore Luca Ortolani conosce perfettamente queste dinamiche, tuttavia sembra fare finta di niente, dall’alto della sua convinzione sul porta a porta». E ancora: «Un’altra questione è l’utilizzo dei cassonetti Smarty, isole ad uso esclusivo dei non residenti muniti di carta smeraldo: in quanti le utilizzano? E perché le segnalazioni vengono ora convogliate sul Rifiutologo e non più sull’app Comunichiamo: forse perché così Hera ha il potere di cantare e suonare da sola».

Se questa è una protesta “politica” che può essere finalizzata, non lo sono le lamentele di cittadini, alcuni dei quali si sono rivolti anche ad avvocati nel tentativo di sistemare situazioni spiacevoli. Tra queste il “porta a porta” che non è tale per chi abita in strade chiuse o private: qui i bidoncini vanno depositati in fondo alla strada, dove si accumulano, spesso davanti ad un unico cancello, il cui proprietario è ovvio che non gradisca. Ma anche chi conferisce, spesso anziani, devono sobbarcarsi un tragitto impegnativo.

Ma c’è di più: «L’organico - racconta Paolo Savorani - viene raccolto solo due volte a settimana e capita che gli addetti se lo dimenticano o lo saltano. Ho dovuto chiamare io Hera per segnalare che non mi avevano svuotato il bidoncino. Sono venuti il giorno dopo. Anziché passare alle 10/10,30, tante volte lo fanno solo dopo mezzogiorno. In certi paesi la raccolta avviene più spesso e di notte: l’ho visto fare in Grecia. Il contenitore inoltre è troppo piccolo, ecco perché ci sono sacchi e sacchetti sparsi. Siamo costretti a tenere in casa residui maleodoranti per giorni».

Altre questioni sollevate riguardano l’immagine: bidoncini sparsi a ogni refolo di vento, l’apparizione di animali opportunisti richiamati dagli odori: topi, ratti, serpenti ma anche volatili. Un automobilista nei giorni scorsi ha appositamente schiacciato con le ruote due grosse pantegane in Borgo, passando radente ai bidoncini E c’è già chi teme l’arrivo dei cinghiali.

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