Faenza, richieste di Legambiente: «Tutelare la collina, misure contro il consumo del suolo»
Ventinove pagine, suddivise in 9 punti, compongono il fascicolo di richieste di Legambiente ai quattro candidati alle prossime elezioni regionali del 17 e 18 novembre. Ad illustrare i contenuti sono intervenuti ieri a Faenza il referente regionale, Francesco Occhipinti, e il presidente di Legambiente Lamone, Massimo Sangiorgi. Nei giorni scorsi il fascicolo è stato presentato anche a Bologna con invito rivolto a tutte le forze politiche.
L’associazione delinea le priorità ambientali alla luce degli eventi idraulici e idrogeologici e dei rischi dai mutamenti climatici, argomenti al centro della campagna elettorale regionale, ma anche dei dibattiti nazionali e internazionali (vedi Conferenza delle Nazioni Unite Cop 29 sui cambiamenti climatici in corso a Baku).
Il contesto è molto ampio, ma riguarda da vicino il territorio dell’Unione Faentina, tra i più devastati in Italia dai fenomeni atmosferici estremi sempre più frequenti. In particolare è interessante l’analisi a riguardo della collina che, secondo Legambiente, «occorre tutelare e salvaguardare con grossi investimenti e incentivi, perché a rischio spopolamento, quando invece può rappresentare un luogo di forte migrazione dalla pianura nei prossimi anni». L’associazione cita infatti l’Istituto di ricerca Enea secondo il quale «la Romagna è una delle aree italiane a rischio di scomparsa entro il 2100». E il riferimento è principalmente rivolto alle aree pianeggianti «perciò – dicono gli ambientalisti - la collina va preservata e attrezzata».
C’è da dire però che se in pianura occorre dare spazio ai fiumi, incombendo alluvioni e allagamenti, anche in collina non sono da meno le frane, che rendono il territorio vulnerabile. Insomma i problemi vanno affrontati a 360 gradi: «Perseguendo risarcimenti e ricostruzioni ma anche pianificando vere svolte green».
Ecco alcuni punti individuati in merito: «Stop agli investimenti sulle fonti energetiche fossili e sostegno alle rinnovabili; riduzione dei consumi energivori e investimenti sull’efficienza energetica nei trasporti e in ambito residenziale; formazione di tecnici impegnati nella transizione ecologica; investimenti sull’adattamento ai nuovi scenari; scegliere l’agroecologia, ridurre i consumi di acqua; contenere gli allevamenti, diminuire i capi allevati». Quest’ultimo punto si collega ad un indirizzo sulle diete, finalizzate a consumare meno carne «attraverso opere di sensibilizzazione nelle mense».
Da sempre cara all’associazione è inoltre «la riduzione del consumo di suolo eliminando le deroghe e utilizzando gli edifici già esistenti». E qui tante opportunità possono esserci in collina, proprio a fini abitativi ma «occorre intervenire su viabilità e trasporti, favorendo la ferrovia», ha precisato Occhipinti.
Non sono esclusi i rifiuti (»Differenziare con qualità»), proposte di «ampliamento delle aree naturali protette, misure di tutela della costa, formule di coinvolgimento dei cittadini che intendono partecipare alla transizione ecologica».