Faenza, quei Rolex cinesi venduti in Autogrill erano falsi: chi l’avrebbe mai detto?

“Mario shop, lusso per tutti”. Una promessa esplicita per una pagina Facebook perfetta per attrarre fashion victim dal portafoglio limitato. Metteva in vendita soprattutto Rolex, ma anche accessori vari dei brand fra i più in voga, Omega, Rayban. Andavano a ruba, spinti dal prezzo tagliato praticamente di uno zero, equivalente a poche centinaia di euro a fronte di valori di mercato di svariate migliaia. Tutti falsi, l’avreste mai detto? Sarcasmo a parte, fra venditori e acquirenti, l’elenco degli imputati è salito a 15. E ieri, di fronte al giudice Antonella Guidomei, si è tenuta l’udienza pre-dibattimentale dalla quale, tra stralci e riti alternativi, prenderà il via il processo. L’indagine coordinata dal sostituto procuratore Angela Scorza e condotta dalla Guardia di finanza, si riferisce agli affari andati in porto tra giugno 2020 e aprile 2021. L’accusa per tutti è di ricettazione e introduzione nel mercato di beni contraffatti, e vede tre persone in particolare nel mirino della Procura. Si tratta del titolare della pagina, un 56enne faentino, della moglie 46enne e della madre 77enne (difesi dall’avvocato Sergio Gonelli). A loro viene contestato l’acquisto online di 215 Rolex importati dalla Cina attraverso le piattaforme Dhgate.come e Wechat. Avrebbero fatto rifornimento anche di 39 orologi Omega, un Cartier, oltre a shopper, cofanetti, istruzioni, certificati di garanzia, custodie, ghiere, cinturini e scatole griffati con le medesime marche. Li ripiazzavano nella pagina Facebook a prezzi variabili da poco meno di 200 euro a 380 euro.
Scambi anche in Autogrill
Gli acquisti non seguivano solo canali di e-commerce. Il proprietario della pagina Facebook si occupava anche di spedizioni e consegne a mano. Tant’è che nel fascicolo, pagine e pagine sono dedicate alle intercettazioni telefoniche e agli appostamenti; ed è proprio nel corso di alcuni pedinamenti che le Fiamme gialle hanno assistito a scambi organizzati negli autogrill. Le indagini hanno portato anche al sequestro di vari tagliandi staccati dagli uffici postali nei quali venivano portati i pacchi contenenti i beni di lusso falsi. E’ bastato qualche mese per raccogliere materiale sufficiente per procedere con le perquisizioni e i primi sequestri. Gli investigatori hanno bussato anche a casa dei clienti più fedeli. Tra questi, a finire nei guai è stato chi ha consegnato solo parte della merce comprata, segno, secondo l’accusa, di una successiva rivendita a terze persone. Tra i legali ravennati che assistono i vari acquirenti figurano Alessandra Venturi, Francesco Papiani, Giacomo Scudellari, Alessandro Reggiani, Giorgia Toschi, Luigi Berardi, Michele dell’Edera, Renato Conte, Simonetta Morgagni, Annalisa Porrari e Valentina Debora Bordonaro. Diverse le strategie difensive: qualcuno ha già intavolato un’istanza di patteggiamento, altri procederanno con giudizio abbreviato, mentre parte degli imputati spera in proscioglimento per particolare tenuità del fatto