Faenza, presidenza del Consiglio: le minoranze aprono a una figura anche di maggioranza ma condivisa

Faenza

Apertura dell’opposizione sulla proclamazione del nuovo presidente del Consiglio comunale, prevista per la prossima riunione dell’assise, il 25 febbraio.

Si tratta della seduta decisiva essendo andate vacanti le prime tre votazioni avvenute nella seduta precedente, quando il quorum dei due terzi di voti necessari non è stato raggiunto da nessuno dei consiglieri votati: mentre la maggioranza ha fatto convergere le preferenze sulla figura di Maria Luisa Martinez, la minoranza si è espressa a favore del vice presidente Massimiliano Penazzi (Progetto civico faentino). Martedì prossimo sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei voti.

Ed è in vista di tale passaggio che i capigruppo Stefano Bertozzi, Andrea Liverani e Gabriele Padovani, rispettivamente di Fratelli d’Italia, Lega ed Area liberale, entrano nel merito dell’elezione esprimendo alcune considerazioni sul ruolo del Presidente del consiglio: «Dovrebbe essere una figura di massima condivisione – dicono - come lo è stata quella del presidente uscente Niccolò Bosi che fu votato all’unanimità, oggi invece questa situazione non si sta ricreando vista la proposta unilaterale del Pd sul nome della consigliera Martinez. Dal canto nostro anche noi dell’opposizione continuando a proporre il vicepresidente Penazzi andremmo verso la recrudescenza di una contrapposizione non costruttiva per la città di Faenza».

Quindi ecco l’apertura con la disponibilità «al fine di raggiungere la più ampia condivisione democratica» a fare convergere anche i voti della minoranza «su un nome tra i consiglieri di maggioranza il più condivisibile possibile».

E aggiungono: «Se il Pd vuole continuare a riproporre la consigliera Martinez, nei confronti della quale non abbiamo nulla da eccepire dal punto di vista professionale, ignorando l’apertura propositiva avanzata, lo può fare, ma non vi sarà alcuna convergenza. La maggioranza, dopo tutti i proclami post alluvione di unità d’intenti per la nostra città, può dimostrare con i fatti ciò che sta nei proclami».

In sostanza se vi sarà ostinazione nel tentativo di eleggere la consigliera proposta dal Pd in prima istanza, probabilmente verrà eletta a maggioranza, ma non sarà una presidente “condivisa” come lo è stato Niccolò Bosi.

A stretto giro la minoranza ha fatto trapelare anche su quale consigliere di maggioranza sarebbe disposta a convergere in prima battuta, ossia su Riccardo Cappelli (eletto nel 2020 nelle fila di Faenza Cresce): «Ma non necessariamente – ha rimarcato a margine Gabriele Padovani –: anche su altri esponenti della maggioranza, si potrebbe trovare un accordo, se vi sarà disponibilità».

La proposta avanzata dai tre capigruppo, Bertozzi, Padovani e Liverani, attualmente però non è ancora unanime tra le fila della minoranza, infatti mancano all’appello le dichiarazioni in merito dei consiglieri dei gruppi “Alessio Grillini” e “Progetto Civico”.

Se anche non arrivasse il loro beneplacito, resterebbe valido quanto affermato dai tre esponenti (FdI, Area Liberale e Lega), ovvero che vi sarebbe comunque una convergenza “su una figura il più condivisa possibile”.

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