Faenza, mutande in bocca, chiusa al buio o costretta a stare in ginocchio. Sotto accusa la matrigna
Punizioni da caserma. Da piccolina accadeva quando si faceva la pipì addosso. Crescendo, poteva invece essere un litigio per l’uso del cellulare. L’ultimo episodio, avvenuto nell’agosto del 2023, l’ha portata a denunciare tutto, puntando il dito verso la compagna del babbo. Le avrebbe messo le mani al collo, facendole sbattere la testa contro il muro. Inizialmente aperto con l’ipotesi di abuso di mezzi di correzione, il fascicolo che vede indagata una donna di 37 anni è mutato in maltrattamenti in famiglia man mano che gli episodi raccontati dalla presunta vittima, ora adolescente, sono finiti agli atti dell’indagine coordinata dal sostituto procuratore Raffaele Belvederi. La giovane ha riferito di vessazioni che a sentirle ripetere suonano come torture: peperoncino piccante fatto mangiare, mutande messe in bocca qualora avesse bagnato il letto la notte oppure anche minuti in ginocchio, chiusa nella stanza al buio o seduta nel corridoio.
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