Faenza, l'ultimo tipografo che opera come Gutenberg

Faenza

Ad ammirarlo si resta sbalorditi; sì perché saranno veloci i “millennial” a smanettare sulle tastiere dello smartphone, ma un tipografo vecchio stile come Damiano Bandini lascerebbe anche loro di stucco. Oltretutto lui i “post” li compone speculari, a rovescio, riga per riga, carattere per carattere. Sembra un dattilografo nella sua bottega di via Castellani “La vecchia Stamperia”: dalla cassettiera, che potrebbe intendersi come la tastiera di un computer per la posizione occupata dalle varie lettere, preleva uno dopo l’altro i cubetti di piombo con incisi i caratteri mobili del corpo prescelto e i segni come le virgole, i due punti. In un battibaleno su un apposito righello (detto compostaio) prende forma la frase scritta al contrario. In pratica scrive al contrario ancora più veloce di come si scrive normalmente. Il tutto va poi trasferito allineato con il “tipometro” su una lastra metallica, sulla quale si passa un rullo imbevuto di inchiostro, dopodiché si avvia il macchinario: una magnifica e imponente pressa a rullo marca “Nebiolo” del 1920, in ghisa, perfettamente funzionante.

Testimonianza dal passato

Nell’aria c’è quel tipico odore di inchiostro legato alla scrittura con il pennino che solo gli alunni del secolo scorso possono ricordare. La tipografia di Damiano Bandini è probabilmente l’unica in Romagna a lavorare ancora con il metodo Gutenberg, l’orafo tedesco che nella seconda metà del 1400 portò l’invenzione della stampa in Europa. «Con questa pressa – spiega l’artigiano – è stata stampata anche la storica rivista La Piè in cui vi sono le xilografie di artisti come Giuseppe Ugonia e Francesco Nonni. Oggi la uso prevalentemente per i manifesti funebri o di altro tipo richiesti per esempio dalle parrocchie in occasione di feste o ricorrenze. Per tirature limitate insomma. Fino alla fine del secolo scorso si usavano anche per stampare i giornali o comporre interi libri. Le grandi tipografie avevano schiere di tipografi che durante la notte scrivevano i quotidiani riga dopo riga. Di presse “Nebiolo” operative, che mi risulti non ne esistono più, e non vi sono più fonderie che producono i caratteri in piombo: le uniche due rimaste sarebbero in America. Se si dovesse rompere un pezzo della pressa, bisogna farlo fare da un bravo fabbro, ma pure loro sono rari. Quello che ho lo custodisco gelosamente: ho decine di cassettiere e qualcosa come 85 font di caratteri in piombo e legno».

Lavoro “vintage” da studiare

Bandini è il custode di una stampa perduta e dei suoi segreti. “La Vecchia Stamperia” è una Bottega storica, riconosciuta dalla Regione: ogni anno è meta di centinaia di studenti degli istituti di grafica o provenienti dall’Isia (l’istituto superiore delle industrie artistiche) per i quali Bandini organizza workshop che sono lezioni di un’arte in via di estinzione: un mestiere che richiede tanta gavetta e pratica manuale, ma anche spirito artistico, conoscenza della meccanica, del disegno, dei colori. «Io – continua il tipografo – ho rilevato l’attività nel 1992, dopo avere lavorato alla Tipografia Lega. Componevo e stampavo i testi universitari della facoltà di veterinaria. La bottega fu avviata da una cooperativa di ragazzi nel 1920, proprio con questa pressa ancora in uso. Quasi l’intero chiostro dei Celestini, di proprietà del conte Zucchini, era occupato da tipografi. Dopo la cooperativa la bottega fu acquisita dai fratelli Marocci che la tennero una quarantina di anni, finché un loro dipendente, Stefano Casanova, si staccò e fondò qui a fianco la Tipografia Faentina, mentre qui venne Francesco Ricciardelli che in pratica stampava solo manifesti. Infine sono arrivato io». Oltre alla pressa del 1920, Bandini dispone di macchinari più recenti, ma sempre vintage, che gli permettono di realizzare biglietti da visita, partecipazioni di nozze e soprattutto etichette, molto richieste nel campo della moda. Per stamparli dispone di caratteri introvabili come i capilettera arzigogolati in uso nei secoli scorsi nei testi sacri. A lui si rivolgono anche gli artisti.

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