Faenza, il veterinario dei ricci: "Pronti alle vie legali"

Se i ricci hanno una corazza di aculei a proteggere un corpo morbido e fragile, il loro angelo custode, il veterinario Massimo Vacchetta, nasconde dietro modi gentili un carattere assai combattivo: per lui, che anni fa ha fondato nel cuneese il centro recupero ricci “La Ninna”, ormai un punto di riferimento a livello nazionale, la battaglia per salvare la colonia di circa 100 esemplari insediatasi nell’area Ghilana, destinata a una imminente opera di urbanizzazione per realizzarvi villette a schiera, è diventata una missione da portare a termine anche a costo di fare intervenire la giustizia. «Il 2 maggio – annuncia Vacchetta – sarò a Faenza per effettuare un sopralluogo». L’obiettivo è fermare i primi interventi previsti sul posto, attraverso i quali dovrebbero essere ristrutturati i fabbricati esistenti: «I lavori vengono realizzati di giorno, mentre i ricci sono animali notturni – spiega Vacchetta – e le loro tane potrebbero quindi essere distrutte. Manderemo una lettera al sindaco per chiedere di fermare questa iniziativa: la scelta migliore sarebbe lasciare i ricci dove hanno deciso di vivere, un’area ideale per loro, ma ci rendiamo conto che fermare un progetto del genere è difficile. Almeno si dia modo di trasferire gli animali, posticipando i lavori in autunno: ora, dopo il risveglio dal letargo, è iniziata la stagione riproduttiva e i cuccioli potrebbero finire per essere separati dalle loro madri, con la conseguenza di una morte praticamente certa». Insomma, si tratta a tutti gli effetti di un caso spinoso, anche perché i ricci sono animali tutelati da leggi sia nazionali che europee. Ed è proprio a queste che Vacchetta fa riferimento: «Quello che chiediamo è già stato sperimentato in altri Comuni – afferma – come ad esempio a Milano dove, in accordo con l’Amministrazione, siamo riusciti ad aspettare la conclusione del periodo di riproduzione prima che fosse avviato lo smantellamento della baraccopoli al parco Rizzoli. Se alla Ghilana si procederà ignorando la messa in sicurezza dei ricci, siamo disposti a procedere per vie legali».
Vacchetta ha già portato il caso della Ghilana all’attenzione dei suoi sostenitori, raggiungendo tutta Italia: il veterinario può infatti contare su oltre 200mila seguaci sui canali social del centro. Sono anche questi numeri a dargli energia: «Siamo in centinaia di migliaia a batterci per i nostri valori. Si stanno devastando interi ecosistemi per fare spazio a costruzioni superflue, che siano campi da cross o villette a schiera. E l’uomo è il primo responsabile del suicidio ambientale a cui ci stiamo avvicinando. Sarà una battaglia dura, ma nessuno pensi di trovarsi davanti a quattro ambientalisti invasati: siamo in tanti a tenere a questa battaglia e la porteremo avanti». A Vacchetta non dispiacerebbe se la Ghilana diventasse una seconda Regent’s Park, area verde a Londra dove vive una colonia di ben 120 ricci: «Sono studiati e monitorati costantemente». Si tratta di animali indifesi di cui prendersi cura, per il veterinario «un simbolo della devastazione, dei più deboli che vengono costantemente massacrati dall’uomo in nome di logiche economiche folli».