Faenza, i comitati alluvionati a Curcio: “Si facciano le manutenzioni e presto le casse di espansione”
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Una nuova lettera aperta segue quella di un paio di settimane fa, a firma di alcuni comitati alluvionati insieme all’Amministrazione comunale, inviata al Commissario straordinario per la ricostruzione, Fabrizio Curcio, e al presidente della Regione, Michele De Pascale. Stavolta a firmare la missiva sono solo i comitati Borgo e Fluire Lamone e il destinatario è solo Fabrizio Curcio.
A lui si chiede di dimostrare di essere «davvero straordinario nei confronti della politica e di tutti gli altri enti, ordini professionali, comitati di cittadini più o meno politicizzati».
Perché «la ricerca del compromesso fra tutte le parti - dicono - danneggia gli alluvionati come dimostra il fallimento della ricostruzione, confusa e pasticciona con il solo 3% dei cittadini che ha presentato domanda di ristori sulla piattaforma sfinge».
La lettera esprime un senso di frustrazione ed esasperazione, di fronte alle complicazioni incontrate. Senza mezzi termini fanno sapere a Curcio che «dovrà relazionarsi con energia e onestà intellettuale con enti dove a fianco di persone oneste e appassionate, operano altrettanti stanchi funzionari per i quali il pensiero più lusinghiero è “cosa vogliono ancora questi alluvionati?”».
E si elencano una serie di misure di cui si vorrebbe vedere riscontro, perché «non regge più la favola che non si trovano i soldi: manutenzioni necessarie, definire una volta per tutte dove fare le casse di espansione, dove prevedere gli allagamenti programmati. Proviamo a governarli questi fiumi o lasciamo che decidano loro da che parte vogliono allagare?».
E non c’è solo Faenza città, ma «anche il forese necessita di una pianificazione importante». I Piani speciali «prima sono stati decantati come determinanti, mentre ora vi è una visione diversa».
E si torna a ribadire che «servono azioni in collina per rallentare e trattenere le acque, serve una gestione delle aree di allagamento, servono mirate azioni di protezione della città e a valle tutte quelle misure utili a fare scorrere velocemente le piene». Qui si segnalano «aree che a causa vincoli (Sic e Zps) impediscono lo sfalcio ordinario, infatti, ieri e ancora oggi, dopo 3 alluvioni, ci sono ancora boschi fluviali che causano tracimazioni, rotture, creano dighe di detriti, riducono la portata dell’acqua».
Si tratta di aree «da spostare in altre zone, visti i rischi incombenti». Al Commissario viene richiesto di intervenire poiché «la Regione ha provveduto a giugno 2024 a rinnovare i piani di gestione di tali aree protette, senza considerare le alluvioni subite».
Si teme che a Curcio possano arrivare informazioni distorte: «Si sinceri – dicono i comitati - che i piani di emergenza esistano e siano stati aggiornati, che prevedano risposte puntuali e operative. Servono pompe, idrovore, attrezzature pronte: si assicuri che i fornitori esterni siano stati adeguatamente contrattualizzati». E concludono: «Pensiamo che il suo curriculum e le sue competenze diano ottime garanzie, a patto che lei abbia in animo la forza e l’onore di voler fare qualcosa di straordinario».