Faenza, giallo sulla morte di Marcucci. In casa non era solo
Lo ha trovato morto la sorella. Solo, nella taverna dell’enorme residenza in centro a Faenza nella quale si era trasferito da quando entrambi gli anziani genitori erano deceduti. Un decesso in apparenza per cause naturali quello di Giuseppe Marcucci, faentino di 60 anni. Non fosse che tra le stanze ispezionate, oltre ai segni di una vita per così dire eccentrica, gli inquirenti hanno notato elementi che portano a sospettare che con lui, negli ultimi istanti, ci fosse anche qualcun altro. Qualcuno, è l’ipotesi, che quando gli eventi hanno preso una piega inaspettata, anziché dare l’allarme ha preferito scappare via. Per ora è un giallo, sul quale la Procura vuole fare chiarezza. Sarà l’autopsia, già disposta dall’autorità giudiziaria, a circoscrivere con esattezza che cosa è stato fatale per il padrone di casa. Ed è per questo che il sostituto procuratore Marilù Gattelli ha aperto un fascicolo contro ignoti, che al momento vede come ipotesi quelle di morte come conseguenza di altro reato e, appunto, lo spaccio di droga, possibile causa del decesso.
Un personaggio eccentrico
In città Marcucci era noto, e non solo per essere il figlio di Edoardo Marcucci, storico allevatore manfredo scomparso nel 2018, per 15 anni presidente dell’Associazione nazionale allevatori suini. Dopo il lutto del genitore (la madre se n’era andata qualche anno prima) il 60enne si era trasferito da Marradi, dove abitava, alla grande residenza in pieno centro città, la casa della sua infanzia, nella quale lui e la sorella erano cresciuti. La quotidianità di una vita facoltosa, per certi versi sregolata seppur solitaria, ne avevano alimentato l’immagine dello scapolo incline a concedersi sfizi, compreso quello di spostarsi quasi esclusivamente in taxi. Costanti i suoi contatti con la sorella, residente invece a Ravenna. Sarebbe stata proprio lei a chiamare le forze dell’ordine. Rientrata dall’estero, si è preoccupata quando ha visto che i tentativi a vuoto di mettersi in contatto con lui si sommavano. Entrata in casa, ha trovato il cadavere. Era domenica, il 26 febbraio scorso. Il corpo del fratello si trovava nel seminterrato dell’abitazione distribuita su tre livelli. Da lì è iniziato il primo sopralluogo degli agenti delle Volanti, intervenuti dal Commissariato faentino. Le condizioni delle altre stanze, tuttavia, hanno alimentato i sospetti. E informato il pm, sul posto sono intervenuti anche gli investigatori della Squadra mobile, insieme alla Scientifica e al medico legale.I dettagli nel Corriere Romagna in edicola