Faenza, conto ripulito per 200mila euro a un 88enne: badante e familiari patteggiano

Faenza

La badante, sua madre e il compagno di quest’ultima. Hanno patteggiato tutti. Perché tutti, secondo l’accusa, avrebbero mangiato dal conto in banca di una 88enne di Faenza, dilapidandole il patrimonio. La cifra è notevole: si parla di oltre 241mila euro, fra prelievi e assegni incassati in filiali e ad orari tali da non lasciare dubbi su chi avesse la piena disponibilità delle risorse economiche messe da parte dall’anziana. Ecco perché l’assistente domestica della signora, una 40enne faentina assistita dall’avvocato Giorgio Vantaggiato, ha deciso di concordare la pena di un anno e quattro mesi con il sostituto procuratore Raffaele Belvederi. A loro volta anche i familiari della principale imputata, vale a dire la madre 60enne e il compagno 56enne, hanno patteggiato 10 mesi, tutti con sospensione condizionale della pena.

Scoperti dal figlio dell’anziana

A sollevare il caso, nel 2021, fu il figlio dell’anziana. La signora, tutelata dagli avvocati Monica Baccarini e Maria Fiorella Ceroni, pare non fosse più lucida, debilitata da varie patologie e ormai molto suggestionabile. La 40enne si occupava di lei in toto. La assisteva anche nella gestione delle proprie risorse economiche, autorizzata anche a operare sul suo conto corrente per le necessità quotidiane. In questo modo l’avrebbe indotta a consegnarle in più occasioni varie somme di denaro, con prelievi sempre più frequenti e da vari istituti di credito. Stando alle accuse, lo avrebbe fatto per tre anni, dal marzo del 2018 a marzo del 2021. L’elenco delle cifre contestate individua 65.100 euro intascati attraverso prelievi presso sportelli Atm.

Ci sono anche accessi diretti a una filiale bancaria di Faenza Borgo, per ulteriori 160.630 euro. Infine si contano anche quattro assegni bancari per l’ammontare complessivo di 15.500 euro.

A incastrare la badante sarebbero stati in particolare alcuni prelievi effettuati in orari sospetti, tipo in tarda serata, allo sportello bancomat situato sotto casa della 40enne, dalla parte opposta della città rispetto all’abitazione della vittima. Si tratta di riscontri venuti alla luce non appena il figlio dell’anziana, constatando gli ammanchi dal conto in banca, ha sporto denuncia.

Assegni intestati ai familiari

I guai per la madre della badante e per il compagno della donna sarebbero insorti seguendo le tracce di alcuni assegni: uno intestato alla 60enne per l’importo di 6mila euro e altri due da 7.500 euro intestati al 56enne.

Secondo la difesa, tuttavia, non tutti i risparmi della 88enne sarebbero finiti nelle tasche dei tre imputati. Questa la loro tesi: che i prelievi erano destinati a soddisfare le esigenze quotidiane della signora. Almeno una parte. Sono bastati tuttavia quegli accessi “sospetti” a indirizzare la strategia difensiva verso il patteggiamento davanti al giudice per l’udienza preliminare Corrado Schiaretti, ottenendo così uno sconto di pena ed escludendo quantomeno in questo modo la parte civile dal processo.

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