Faenza, comitato alluvionati incontra la giunta: «Poche le risposte esaustive alle nostre istanze»

Faenza

«Poche risposte esaustive, seppure dobbiamo evidenziare la grande disponibilità dimostrata dal sindaco e dagli altri componenti della giunta ad aprire un tavolo di dialogo e di confronto».

Lo riferisce Elena Gallina, presidente del Comitato Fluire Lamone, dopo un incontro in municipio, in rappresentanza dei residenti alluvionati delle località tra Faenza e Russi: Pieve Cesato, Prada, Albereto, Granarolo, Basiago, Saldino, Ronco, Pieve Corleto, San Giovannino, San Barnaba, Formellino.

«Purtroppo – continua - le nostre 17 istanze sono state ritenute complesse e articolate, pertanto non è stato possibile ricevere risposte immediate essendo necessario il coinvolgimento di uffici e tecnici comunali e di altri enti a cui sono state inoltrate». Tra le richieste vi era di poter accedere a determinati atti, avere visione di cartografie e piani relativi a ripristini e manutenzioni, sapere quali sono le aree attenzionate maggiormente vulnerabili, chi fa i controlli, che iter seguono le segnalazioni. In merito agli interventi di somma urgenza si sarebbe voluto visionare un prospetto riepilogativo delle opere svolte: tipologia, chi li ha fatti, dove e come, dettagli delle spese.

«A proposito di mappe e carte – spiega Elena Gallina - siamo stati dirottati al sito della Regione. Per le segnalazioni di criticità degli argini (compresa pulizia da vegetazione) il Comune ha assicurato che saranno girate agli uffici competenti, che però non forniscono risposte, pertanto noi non abbiamo nessun riscontro, questo anche perché in Regione ci sarebbero solo 50 persone a gestire tale settore. Insomma c’è abbastanza scaricabarile: noi segnaliamo al Comune, il Comune le passa alla Regione, la Regione non ha personale e gli esiti non arrivano e non si sa se viene dato corso a quanto segnalato».

Sulla valutazione dei rischi nel tratto di competenza, il Comitato ha capito che «tale compito non compete all’Amministrazione comunale, che si muove solo per i casi più urgenti e gravosi al solo fine di visionare e rendicontare ad altri organismi (Regione, Autorità di Bacino, Consorzio di Bonifica), comunque senza ricevere anche in questo caso nessun feedback».

La percezione della presidente Elena Gallina è stata quella di «essere sospesi in un tempo che racchiude tante mancanze con l’Amministrazione che comunque si è dichiarata fiduciosa della futura gestione regionale». E prende atto dell’attuale «mancanza di risorse per il personale di controllo del territorio. Ciò che ci è stato assicurato è che il Comune si farà portavoce delle nostre istanze e pianificherà un tavolo per tutte quelle azioni collaterali ai piani speciali e manutenzione ordinaria. Piani speciali che vedrebbero le prime azioni sui territori di Modigliana, alla confluenza Marzeno Lamone e Montone a monte attraverso aree di tracimazione controllata e servitù di allagamento».

Vi è delusione perché «per i prossimi tre anni nessuna azione strutturale importante riguarderà il tratto di fiume considerato dal Comitato». Questo però non scoraggia i residenti che annunciano la loro partecipazione alla manifestazione programmata per il 24 novembre a Ravenna.

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