Faenza, Argillà: 2 milioni di euro le ricadute sull’indotto delle imprese faentine
E’ stato presentato ieri il report statistico dell’agenzia Jfc sull’edizione 2024 di Argillà, il festival della ceramica che si è svolto tra fine agosto e inizio settembre. In evidenza le ricadute economiche (principalmente sulle attività commerciali e ricettive), l’affluenza e il gradimento dei visitatori e i riscontri avuti dagli espositori (sulle vendite e l’appeal della manifestazione). A fornire una lettura al fascicolo di 26 pagine, molto dettagliate a fornire una completa autopsia della kermesse, sono intervenuti ieri il sindaco Massimo Isola, la direttrice e il presidente del Mic, Claudia Casali ed Eugenio Maria Emiliani, la dirigente del settore cultura, Benedetta Diamanti, e l’amministratore di Jfc, Massimo Feruzzi, responsabile della ricerca, realizzata con interviste tra gli stand a visitatori e operatori, in bar, ristoranti, negozi, B&B, hotel e agriturismi.
In evidenza i 2 milioni 211 mila euro stimati come ricaduta sull’indotto delle imprese faentine che si occupano di ospitalità, ristorazione e commercio durante la tre giorni, di cui 49,9%, pari a 1 milione e 92mila euro, generati proprio grazie ad Argillà. La ricerca ha prodotto un voto alla manifestazione, pari a 8,7, in leggera diminuzione rispetto al 9 del 2022, ma tutto sommato in linea.
Un exploit si è registrato invece nelle vendite alla mostra mercato: una media di 120,8 opere ogni espositore, quasi il doppio del 2022, con un incasso medio per espositore di 2.656 euro e una crescita rispetto al 2022 del 27,5%. Il report sui visitatori restituisce un 39,1 % di faentini, in calo rispetto all’edizione precedente, il 17,7% di pubblico proveniente dal comprensorio, il 13% dal Ravennate, 14,3% dall’Emilia-Romagna e il 10,4% da un’altra regione. La quota di stranieri è del 5.6%. Bologna è la provincia da cui proviene la maggiore affluenza, mentre il Veneto è la regione italiana che ha generato maggiori flussi.
In merito alle strutture ricettive di Faenza e circondario, c’è stato il tutto esaurito per 3 giorni, con 4.551 arrivi per un indotto turistico di 12.713 persone provenienti da fuori territorio. A beneficiare della manifestazione è stato tutto il comparto culturale della città con un incremento degli ingressi: il Palazzo del Podestà ha registrato circa 5.000 presenze, la Pinacoteca 75, il Mic 1.454, il Teatro Masini con le sole visite guidate ben 910. Il sindaco Massimo isola ha parlato di «sfida vinta: fino al 2022, considerata anche la precedente frattura del covid, era stato ogni anno un record, quest’anno ci scostiamo di poco e siamo orgogliosi di avere innovato e conferito un carattere internazionale: oggi in Europa tutti riconoscono la nostra leadership e la trasformazione in Festival, vista anche la serie di eventi collaterali. Un evento ceramico senza eguali nel continente». Gli altri relatori hanno rimarcato aspetti che hanno inciso a decretare il successo: la riconoscibilità, l’organizzazione, il coinvolgimento di tutte le realtà culturali cittadine, la presenza di una filiera completa.