Faenza, antica chiesa restaurata diventa sede di un'azienda


Taglio del nastro ieri alla nuova sede di Eco Next, società del gruppo FinCasale, la holding faentina che fa capo alla famiglia dell’ingegner Carlo Farina e che controlla anche Eco Certificazioni Spa, Addestra Srl, Assitec 2000 Spa.
Attraverso queste società, FinCasale garantisce la copertura del mercato nei settori dell’automotive, delle certificazioni di prodotto, delle verifiche periodiche ad impianti, collaudi, formazione, sistemi di gestione, parchi divertimento, servizi di ingegneria. Eco Next è la branca che si occupa di accompagnare il cliente nell’adempimento degli obblighi normativi attraverso consulenze, competenze trasversali e una rete di professionisti su tutto il territorio nazionale.
Tra le ultime mission anche la distribuzione, installazione e manutenzione di defibrillatori e di colonnine di ricarica elettrica in tutta Italia.
Sul versante certificazioni, ad Eco Next ci si può rivolgere per ottenere anche quella recente sulla parità di genere: ogni organizzazione pubblica e privata può intraprendere il percorso con l’obiettivo di favorire l’adozione di politiche per la parità di genere e per l’empowerment femminile a livello aziendale.
FinCasale prende il nome dall’antica chiesa di San Bartolomeo in Casale, il cui complesso (compresa canonica e locali circostanti) sono di proprietà della famiglia Farina che ha provveduto ad un competo restauro per farne la sede di Eco Next.
L’inaugurazione di ieri con il sindaco Massimo Isola e il vice Andrea Fabbri ha aperto le porte ad una visita della struttura e ai nuovi uffici, mettendo in evidenza il valore storico e architettonico del recupero.
La storia di questa chiesa è documentata sin dal 1184. Sorge sulle prime colline vicino alla riva destra del Senio, poco defilata dalla via Emilia e dalla Provinciale che porta a Tebano e Villa Vezzano.
Combattimenti e ricostruzione
Durante la seconda guerra mondiale fu una testa di ponte sulla Linea Gotica: vi si attestarono gli alleati polacchi che ingaggiarono cruenti combattimenti coi tedeschi in ritirata dall’altra parte del fiume. Lo scambio di colpi di artiglieria fu intenso, tanto che la chiesa del Casale e la canonica vennero quasi completamente distrutte. La chiesetta era contornata di cipressi dei quali ne sopravvissero solo due, di cui uno è ancora oggi presente.
Una prima ricostruzione vi fu nel 1949, ma oggi tutto il complesso è tornato in vita grazie alla holding che ne ha recuperato la memoria, consegnandola alle nuove generazioni, lasciando comunque all’interno una serie di testimonianze sacre e pregevoli opere in ceramica. FOTO MMPH

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