Faenza, al Festival della Ceramica show dei tornianti, performance e stand affollati

Faenza

Argillà ha vissuto ieri la sua giornata conclusiva. E’ stata un’edizione riuscita, piena di contenuti artistici, culturali, momenti di spettacolo, di acquisti e di vendite. Con momenti istituzionali, incontri e anche divertimento.

A caldo la sensazione è che gli espositori della mostra mercato abbiano fatto buoni affari: difficile vedere qualcuno nel pubblico andarsene senza un pacchetto o l’involucro di un’opera incartata, fosse anche solo un piccolo oggetto di bigiotteria o un accessorio moda. Visi soddisfatti ovunque.

Locali come bar, ma pure forni, pasticcerie e rosticcerie sempre pieni a tutte le ore, proprio come in una città turistica. A ruba sono andati i fiori smaltati di ogni tipo di una bottega slovena: c’è addirittura chi componeva mazzi.

In piazza del Popolo grande curiosità intorno al banchetto del giapponese Hiro Hiyokawa e le sue tazze e tazzine di varia dimensione e forma da cerimonia del tè.

In piazza della Libertà le competizioni del Mondial Tornianti. Le sfide erano iniziate sabato e sono proseguite per due giorni con le premiazioni avvenute ieri sera, come ultimo atto del Festival. Oltre sessanta le opere realizzate nella categoria “Esteta” che saranno poi maiolicate e vendute prossimamente a un’asta, come da tradizione. Ieri si sono svolte le prove tecniche: con sette chili di argilla (peso sorteggiato) oltre sessanta maestri si sono sfidati nel creare il cilindro più alto e la ciotola più larga. Si è partiti la mattina con le eliminatorie, mentre le finali si sono svolte nel pomeriggio. Ogni partecipante è stato presentato da Antonio Recchia come se salisse sul ring di un incontro di boxe con il pubblico sul sagrato del duomo a caricarsi fin quasi a fare la ola. Ancora prima di finire si è saputo il vincitore del gruppo più numeroso: dieci concorrenti da Montelupo in Toscana.

Momenti di puro intrattenimento ha offerto invece sabato sera dopo le 22, quindi a gazebo chiusi, “Made in Nove – Ante impression” in piazza Martiri: un’azione performativa consistente nella creazione di una fornace alimentata a legna, con quattro grandi mantici temprati per vedere il flusso delle fiamme, l’accensione e la successiva apertura del forno che ha mostrato una scultura incandescente di oltre due metri.

A fare da cornice la musica ad alto volume, e i fari puntati in cielo verso la torre dell’orologio, di un vicino locale che ha dato vita ad una festa.

Seguitissime anche le sfornate di piatti e palle di Emidio Galassi.

Da oggi ci sarà tempo per tirare le somme di un’edizione che profuma di record raggiunti. Si tratta senz’altro di un buon viatico per quanto riguarda il futuro della ceramica e le annunciate tappe del riconoscimento Unesco per l’artigianato artistico faentino del settore.

L’appuntamento con Argillà è nel 2026, ma è confermata per il 2025 l’alternanza con Made in Italy, la rassegna dedicata alle creazioni esclusivamente nazionali, programmata negli anni dispari.

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