Faenza, addio a Claudia Baccarini: la “nonna d’Italia” si è spenta a 114 anni
La “nonna d’Italia”, un simbolo della Romagna, ci ha lasciato all’età di 114 anni. Il 13 ottobre 1910 il Titanic deve ancora affondare, lo farà quasi due anni dopo. E la Prima guerra mondiale deve ancora scoppiare, quando a Faenza nasceva Claudia Baccarini. Era la donna più anziana d’Italia, secondo l’Istat, la terza in Europa e, con i suoi 114 anni, tra i primi dieci al mondo e la sesta persona più longeva di tutti i tempi.
Claudia si è spenta nella sua casa di Faenza la sera della Vigilia. Ha avuto dieci figli, tanti nipoti, una passione per il pianoforte e un amore lungo più di un secolo che l’ha circondata.
Il cordoglio del sindaco Isola
In una nota, il sindaco di Faenza Massimo Isola ha espresso il cordoglio della città: “Claudia Baccarini vedova Baldi, è stata una figura di rilievo nella nostra comunità, testimone di oltre un secolo di trasformazioni storiche e sociali. Sposata con Pietro Baldi, sindaco di Faenza dal 1951 al 1956, ha cresciuto dieci figli, contribuendo significativamente, anche con le sue azioni, alla vita della nostra città.
La sua longevità l'ha resa un simbolo di resilienza e memoria storica per Faenza. Fino a pochi anni fa, infatti, partecipava attivamente alla vita religiosa, frequentando la messa pomeridiana, e manteneva una mente lucida, nonostante qualche piccolo acciacco tipico dell’età. Il suo stile di vita sobrio, caratterizzato da pasti leggeri accompagnati da moderate quantità di vino e l'assenza di fumo, rifletteva una filosofia di vita equilibrata.
La sua scomparsa la notte della Vigilia di Natale, all'età di 114 anni, che l’aveva portata ad essere per qualche mese la donna più longeva d’Italia, rappresenta una grande perdita per la nostra comunità. La sua vita, attraversando epoche di profondi cambiamenti, rimane un importante esempio di dedizione familiare e di grande impegno civico. Esprimo, a nome delle città, dell’amministrazione comunale e a titolo personale, le mie più sentite condoglianze a quanti le volevano bene e alla famiglia, con la quale eravamo costantemente in contatto perché la signora Claudia era un po’ uno dei nostri simboli riconoscendo in lei una testimone preziosa della nostra storia collettiva”.