Brisighella, nuovo attacco di lupi: strage di pecore, allevatori esasperati

Faenza
  • 12 dicembre 2024

Non si fermano gli attacchi dei lupi agli animali da allevamento delle aziende agricole brisighellesi. E ad essere perseguitata dai predatori, ma non sarebbe l’unica, è l’azienda agricola Ca’ ad Là, la stessa che nei mesi scorsi ha subito la perdita di una ventina di ovicaprini, a causa di una recinzione elettrica messa fuori uso dalle frane e non ancora risarcita. Rifarla servirebbero alcune decine di migliaia di euro e spesso non c’è la forza economica per sostenere la spesa autonomamente.

Stavolta l’incursione è avvenuta la notte tra lunedì e martedì, addirittura in una stalla chiusa: i lupi sarebbero riusciti ad entrare da una finestra «che ho lasciato aperta per l’aria e per introdurre il cibo – afferma l’allevatore Gionata Venzi -: è ad un’altezza di circa un metro e mezzo, forse meno per via di un accumulo di letame che può essere servito da trampolino. Comunque c’è voluto un bel balzo, e forse più di un tentativo, non me lo sarei mai aspettato».

L’attacco ha provocato la morte di tre femmine di pecora: «Due capi se li sono portati via sempre dalla finestra. Le sopravvissute, quasi tutte le gravide, stanno abortendo una dopo l’altra per lo stress subito».

Dopo i due episodi il gregge si è ridotto ad una decina di capi, tutti censiti: «Ne avevo 47 prima che arrivassero i lupi - dice Venzi -. Il problema è grosso, ma io non ce l’ho con i lupi, ma con la mancanza di provvedimenti coerenti. Io ho avuto anche diverse frane, senza risarcimenti e il discorso vale anche per i lupi. Occorre meno burocrazia. Le domande di rimborso danni sono talmente macchinose che si rinuncia perfino a farle. Ti chiedono se avevi i cani, se avevi la recinzione, come è fatta, dove e come tieni i capi. Per avere mille euro ti fanno perdere giornate intere. Io faccio il contadino, non sono un operatore informatico che si mette al computer per compilare questionari».

Dopo il primo attacco è stato visto il branco nella zona del rio Paglia. «Io e mia moglie ne abbiamo contati dieci - aggiunge l’allevatore -. La situazione sta diventando ingestibile. Ci sono due tipi di lupi: quelli che stanno nel bosco e che se ti vedono scappano e quelli ormai abituati a gironzolare attorno a casa, questi sono diventati confidenti: li vedi per strada, si fermano e ti guardano, ormai ti considerano il loro capobranco, sei colui che gli procura il cibo. Io ho anche dei figli, comincio a temere, perché non è vero che non attaccano l’uomo, anche in Italia ci sono già stati dei casi, proprio a causa di lupi confidenti con l’uomo».

Si riferisce Venzi a quanto riportano le cronache del settembre scorso, quando a Roma una femmina di lupo ha aggredito e cercato di trascinare via un bambino di 4 anni. Un altro caso sempre riportato dalle cronache, riguarda una bambina della stessa età a Vasto. Entrambi ne sono usciti con ferite. F.D.

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