Faenza, cataste di maiali morti annegati a Prada

Faenza

Sono gonfi, ammassati e già rigidi: una scena agghiacciante in un panorama allucinante quella delle cataste di maiali morti in uno dei due grandi allevamenti in zona Prada, nelle campagne a valle di Reda di Faenza, un comparto che solo ieri, dopo il ritiro delle acque mostra in pieno lo scempio e i danni devastanti compiuti dall’alluvione. Ci troviamo nell’allevamento Mazzotti, in via Podestà, una strettissima stradina di campagna.

Gli allevamenti

Qui non ci sono volontari, non ci sono mezzi di soccorso, solo proprietari, familiari, amici e trattori di contadini con le ruspe, quelli dei vicini più fortunati che sono riusciti a salvarli e hanno liberato accessi e cortili di tutti. L’allevamento Ghirelli è a poca distanza in questo dedalo di viuzze basse e ora paludose della centuriazione romana: via Camilli, via Podestà, via Zannona, via Corleto. Dalla casa dove abitano i Mazzotti escono una decina di suini salvi, dalla porta principale, vagano per il piano terra, escono e adesso sembrano a loro agio nella poltiglia putrescente, mentre grugniscono e si arrotolano. Esce una persona, non è il padrone di casa: «Sono qui per aiutare – racconta –. Il proprietario è al piano di sopra a mangiare qualcosa . In questo allevamento c’erano oltre mille maiali: la massima parte sono morti, circa duecento sono riusciti a fuggire nei campi, corrergli dietro è un’impresa, così abbiamo messo un po’ di mangime nella speranza che tornino. Erano pronti per essere venduti, tra poco dovrebbe arrivare un camion a caricare le carcasse».

Le abitazioni

Intorno è una desolazione, sotto il sole che secca il fango fino a farlo diventare cemento. Non sono poche le case rurali finite in ammollo per tutta l’altezza del piano terra. In via Camilli c’è Cristina con il suo compagno, lei è di Brisighella. Sorride per contrastare le lacrime: «Abbiamo perso due trattori su tre, quella è la cisterna del gasolio, finita nel campo del grano. E’ stato un delirio, perché proprio qui sono arrivate le acque del Montone da sinistra (dopo la rottura dell’argine che ha interessato l’autostrada A14) e quelle del Lamone da destra: hanno confluito in questo podere e sono scese verso il Cer che è a nemmeno a 300 metri. Il canale ha fatto prima da barriera, creando un bacino, poi la fiumana l’ha superato dirigendosi verso Prada e Russi». La coppia ha perso anche un’auto, oltre a tutto ciò che conteneva il primo piano della casa. «La lavatrice vorrei vedere se si può riparare – aggiunge Cristina – ma non so a chi rivolgermi, e poi cerchiamo un’auto usata, possibilmente a basso costo». Ma è così per tanti in questa zona fino a qualche giorno fa florida di agricoltura, con case nuove o ristrutturate, con giardini dove le rose continuano a fiorire nella melma.

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