Newsletters
X
Per seguire tutte le novità, iscriviti al Corriere
Sezioni

Trent’anni fa l’addio al Maestro. Federico Fellini, Padre nostro

Editoriali

Sono già passati trent’anni da quel pomeriggio del 1993: eravamo tutti là in piazza Cavour a salutarti, un 4 novembre uggioso, una folla un po’ frastornata per un addio che era anche un po’ chiedere scusa. Scusaci Federico se non ti abbiamo considerato abbastanza in vita, se abbiamo fatto spallucce davanti ai tuoi Oscar, se non ci siamo sentiti parte di te mentre giravi il mondo a raccogliere trionfi. Ma anche mentre battevi cassa ai produttori che non volevano più rischiare con i tuoi film un po’ strani, che non tutti, dobbiamo dirlo, capivamo. E scusaci se anche dopo, quando sei tornato a Rimini per sempre, non abbiamo fatto abbastanza per te e per il tuo cinema. Ci abbiamo provato. La Fondazione Fellini è stata un bel sogno: convegni internazionali, premi a registi dai nomi altisonanti (Scorsese, Pollack, Landis, Turturro, Bigelow...), il progetto di un grande centro studi, magari pure un corso con il Dams. Poi la politica ha preso il sopravvento, Cinecittà e gli altri partner importanti sono spariti, il Comune di Rimini, con il meritorio lavoro della sua Cineteca, è rimasto da solo a gestire un’eredità gigantesca, troppo grande persino per quelli come noi, che a sognare in grande sono abituati. Il Palazzo Valloni fatto e disfatto, una scuola di cinema mai partita, Castel Sismondo trasformato in un museo molto, forse troppo sofisticato, a cui manca un po’ di carnalità: la tua carnalità. E dove sono tutti gli esperti e le esperte che servirebbero ad analizzare, archiviare, organizzare la mole di studi e ricerche che il mondo intero ancora ti dedica? Se da soli non ce la facciamo Federico, nostro padre putativo, aiutaci tu.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui