Turismo, l’Emilia-Romagna vuol fare concorrenza ad Airbnb con ostelli, rifugi e case per ferie

Economia & Business
  • 13 febbraio 2024

BOLOGNA. Recuperare vecchie case per ferie, rifugi e ostelli in immobili pubblici per accogliere i turisti, facendo così ‘concorrenza’ alle piattaforme come Airbnb. A proporlo è l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, che chiede alla Giunta Bonaccini di emanare un “nuovo bando” con cui contribuire alla riqualificazione di queste strutture extra-alberghiere. La richiesta è contenuta in una risoluzione presentata da Federico Amico, consigliere di Emilia-Romagna Coraggiosa, approvata questo pomeriggio. Ostelli, rifugi e case per ferie “di norma sono di proprietà di enti pubblici- sottolinea Amico- e sono gestite da enti di carattere morale o religioso, associazioni di promozione sociale e cooperative sociali, operanti senza scopo di lucro ai fini del turismo sociale e giovanile. Possono essere gestite anche da operatori privati profit, previa convenzione con l’ente pubblico, che regolamenta le tariffe e le condizioni di esercizio dell’attività. Inoltre, queste strutture ricettive privilegiano i gruppi e mantengono legami stretti con le comunità e i territori che le ospitano”. Si tratta dunque, sostiene il consigliere della lista Coraggiosa, di una valida “alternativa al modello Airbnb”, che negli ultimi anni ha visto una vera e propria esplosione anche in Emilia-Romagna, “concorrendo a determinare una mancanza cronica di alloggi disponibili per l’affitto di medio o lungo periodo e la conseguente impennata dei prezzi degli affitti ai danni di famiglie di lavoratori”.

D’accordo la consigliera Pd Francesca Marchetti, secondo cui “oltre a perimetrare i soggetti pubblici e privati è importante realizzare una mappatura” delle strutture, utile anche per “dare una risposta ai bisogni emergenti in regione. Propongo di avviare un gruppo di lavoro per approfondire l’argomento”. Perplesso invece il centrodestra. Secondo l’ex leghista Michele Facci, “non devono essere considerati solo gli immobili pubblici. Nel Bilancio 2024 si dà la possibilità di dare contributi a rifugi alpini di proprietà del Cai, perché si dice che possono usufruire dei fondi anche enti, associazioni e privati, purché siano rifugi alpini. Vedo una disparità di trattamento”. Dello stesso avviso Simone Pelloni di Rete Civica. “Concordo nell’allargare il campo ad altri immobili- dice- sono perplesso perché indicando solo la proprietà pubblica si possono creare disparità”. Per il leghista Gabriele Delmonte, infine, è “fuori contesto il richiamo ad Airbnb perché sembra che si voglia combattere quel sistema. Manca, poi, il tema delle strutture alberghiere. Va valutata la riconversione di edifici, in particolare nei Comuni montani, che oggi non sono strutture ricettive”.

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