Le uova di Cesena tra consumi in aumento e calo dei prezzi

Economia & Business
  • 21 giugno 2024

CESENA. Aumento dei consumi e diminuzione dei prezzi: per le uova si sta assistendo a una fase di crescita. Lo conferma Thomas Brighi amministratore del Gruppo Brighi, azienda produttrice di Cesena. «Gli acquisti di uova fresche sono cresciute del 5,2 % - spiega - e gli anziani sono stati la categoria che ne ha incrementato maggiormente gli acquisti, per diversi motivi. Innanzitutto la diffusione delle diete proteiche, infatti l’uovo è un pasto completo dal punto di vista proteico e nutrizionale. Inoltre, il basso costo di acquisto è sicuramente preso in considerazione dalle famiglie in un periodo di inflazione dove diminuisce la capacità spesa (0,27 euro a uovo il prezzo medio al dettaglio nel 2023 ). Infine, la maggiore conoscenza delle proprietà organolettiche dell’uovo che in passato era considerato dannoso per il colesterolo, mentre oggi è appurato che non è così. Basta non esagerare, ovviamente».

Dal secondo trimestre 2024 i prezzi delle uova al consumatore sono diminuiti principalmente per due ragioni: la riduzione dei costi di produzione a seguito del calo dei prezzi di cereali e soia. E vi è una buona produzione negli allevamenti in tutta Europa. «Pertanto - continua Brighi - sono diminuiti anche i prezzi di vendita in natura: infatti se nel periodo ottobre-marzo le uova allevate a terra hanno quotato mediamente 1,81 euro al kg, oggi il prezzo è di 1,53 euro al kg».

I costi di produzione, però sono destinati a lievitare nuovamente per la situazione geopolitica internazionale, per affrontare le sfide della sostenibilità ambientale e l’evoluzione del benessere animale sempre più sensibile al consumatore e la società di oggi. «La forte preoccupazione anche nel settore uova è il tema della reciprocità: non è possibile che i produttori europei debbano sottostare a continue norme in tema di emissioni, benessere animale, riduzione antibiotici per rispondere alla giuste esigenze e sensibilità dei consumatori e, dall’altra parte, l’Unione europea continui ad importare a dazio zero uova da Paesi Terzi (come l’Ucraina) che non rispettano alcune delle norme previste in Europa». In questo modo, conclude Brighi, «L’unico risultato di questa politica, considerando che le persone continueranno a mangiare uova e pollo, sarà quello di mettere in crisi e ridurre le produzioni europee per far posto a quelle extra-Ue».

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