Il clima sfavorevole frena la partenza della stagione turistica sul litorale

Economia & Business
  • 21 giugno 2024

RAVENNA. Per ora l’estate romagnola non brilla per le presenze turistiche. L’intero settore e gli stabilimenti balneari si confrontano con un avvio di stagione complicato, che gli operatori imputano in gran parte a un meteo ancora incerto. «I numeri non ci lasciano soddisfatti - conferma Maurizio Rustignoli, presidente nazionale di Fiba Confesercenti e presidente della Cooperativa Spiagge Ravenna -. Da Pasqua in poi il tempo non è mai stato bello con continuità, a soffrire sono stati in particolare il mese di maggio e la prima parte di giugno. Un’inversione di tendenza, con caldo e cielo sereno, si è avvertita solo in questo ultimo weekend, ma i fatturati sono ben al di sotto delle aspettative. Ora sembra essere arrivata la stagione che ci lascia ben sperare. Da qualche giorno, complice anche la chiusura delle scuole, sono arrivati nella riviera romagnola diversi turisti in pianta stabile. È un ottima segnale ma non siamo ancora al livello di presenze che ci saremmo aspettati».

Le ragioni

La domanda che sorge a questo punto è se a determinare questa flessione siano stati solo fattori legati al meteo o se ci possono essere altri aspetti a gravare sul settore. «Per capirlo dovremo attendere ancora qualche settimana - risponde Rustignoli -. Per ora giugno conferma i segnali di difficoltà del periodo precedente, con giornate particolarmente fiacche tra settimana. C’è da considerare il fatto che a inizio stagione le prenotazioni dei turisti giungono spesso all’ultimo momento. Le persone guardano molto alle previsioni del tempo e naturalmente maggio e giugno incerti ci hanno penalizzati. A luglio e agosto il meteo è meno determinante, per questi mesi i turisti si muovono in maniera diversa e prenotano con largo anticipo; inoltre, rispetto al passato, l’abitudine a una doppia vacanza estiva si sta via via attenuando. In passato era molto più diffusa. Spesso le famiglie decidevano di passare un po’ di tempo in riviera e poi facevano anche un viaggio all’estero o in montagna. Oggi non è più così, anche a causa di un potere d’acquisto che continua a ridursi. La capacità di spesa degli italiani non è certo paragonabile a quella di un tempo».

Le preoccupazioni

Sui destini degli stabilimenti balneari pesano anche le continue incertezze legate alla riforma dettata dalla direttiva Bolkestein: «Siamo in una fase di grande caos - analizza il presidente della Fiba -. La confusione di questi giorni rischia di prendere una deriva sbagliata, per cui le rappresentanze della categoria chiedono al Governo un intervento celere per dare maggiori certezze agli operatori che continuano a lavorare in un contesto assai difficile. Negli ultimi giorni è stato presentato un emendamento al decreto agricoltura. È una nuova occasione importante, chiediamo il riconoscimento del valore aziendale; è un emendamento che non contiene proroghe per cui non entra in contrasto con l’Europa. La riforma del settore balneare rischia di portare a un completo snaturamento del modello emiliano romagnolo».

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