Euronics sbarca a Forlì: negozio da 1.600 mq assunzione per 21 persone
Il marchio Euronics è sbarcato in Romagna con l’apertura di un punto vendita a Forlì, all’interno del polo commerciale “Formì” situato all’ingresso della città, proprio a ridosso del casello autostradale. A spiegare le ragioni di questa scelta è Francesco Butali, amministratore delegato di Euronics-Gruppo Cds.
Come mai la scelta di Forlì per aprire un nuovo punto vendita Euronics, il primo in Romagna e il secondo in regione?
«Siamo già presenti su Bologna e abbiamo scelto la città di Forlì perché in Romagna in questo momento non ci sono negozi Euronics e, come strategia di Gruppo a livello nazionale, vogliamo presidiare i capoluoghi di provincia. Lo sviluppo prevede infatti via via di garantire una presenza di punti vendita con la nostra insegna in tutti i maggiori centri della penisola . Qui abbiamo trovato molto interessante la location che ci è stata proposta e anche il bacino di utenza, quindi siamo venuti».
A Forlì ci sono già colossi come Unieuro, Comet e Trony, non temete la concorrenza in una città che non è grandissima?
«Abbiamo molto rispetto della concorrenza, ma siamo abituati: come Gruppo Cds abbiamo 38 punti vendita in Italia centrale e c’è la stessa identica situazione in tutte le città. Dovunque dobbiamo confrontarci con gli altri player come Unieuro, Comet e Trony, perché le catene e i gruppi di acquisto sono ormai dappertutto».
La scelta del polo commerciale “Formì”, vicino al casello autostradale è strategica per le vostre aspettative?
«Sì, assolutamente. La scelta di questa location non è casuale, ed è evidente che qui, per la posizione a ridosso dell’autostrada e della tangenziale, contiamo di allargare il nostro bacino perché è veramente veloce arrivarci anche dalle città vicine e dai comuni della collina. Quindi crediamo di riuscire a vendere non solo su Forlì ma anche nelle zone limitrofe».
Su quali elementi punterete per conquistare le preferenze dei clienti di questo territorio?
«Puntiamo sugli elementi tipici della nostra azienda che sono l’assortimento, la competenza delle persone, il livello di servizio che noi forniamo - come l’assistenza e la consulenza alla vendita - e non ultimo la convenienza dei prezzi e delle promozioni. Abbiamo 38 negozi che stanno andando molto bene quindi conosciamo in modo approfondito il mercato e possiamo contare sul sostegno di un gruppo di acquisto come Euronics, un’insegna che ha come strategia la grande attenzione verso i clienti e con il vantaggio di una comunicazione a livello nazionale. Quindi sinceramente crediamo di poter fare molto bene in questa città».
Perché è ancora importante avere una presenza fisica nell’era del digitale, con un negozio molto grande come quello che avete aperto a Forlì, considerando che sono sempre di più le persone che fanno acquisti online?
«Sì, è un negozio molto grande, sono circa 1.600 metri quadri di superficie commerciale dove lavorano 21 persone, molte neo-assunte, un fattore che fa bene anche all’economia del territorio. Il punto di vendita fisico per noi è fondamentale, siamo presenti anche online ovviamente con il sito www.euronics.it, ma la forza del nostro gruppo di acquisto è garantita anche dalla gestione di oltre 450 negozi in tutta Italia. Euronics nasce come catena fisica poi sfrutta le tecnologie digitali per vendere anche online. Abbiamo tante possibilità e, quando si parla di omnicanalità, siamo in grado di realizzarla a 360°. Prima di tutto il negozio fisico: qui i clienti possono ordinare e ricevere i prodotti nel modo preferito e la stessa cosa si può fare nel nostro sito o scegliere di prenotare un prodotto online con ritiro nel punto vendita. La novità è che noi abbiamo sviluppato una tecnologia per cui siamo in collegamento con i magazzini e gli stock dei fornitori e tramite le postazioni “Digital store” abbiamo praticamente aumentato il nostro assortimento in maniera virtuale. Siamo in grado di mostrare i prodotti, le loro caratteristiche, le schede tecniche, i filmati e con un semplice click ordiniamo il prodotto direttamente al magazzino del fornitore. In due giorni la merce arriva nel negozio e viene consegnata. Lo stesso prodotto quindi possiamo vederlo in negozio e, attraverso il “Digital store” presente nei punti vendita, trovare anche altri modelli disponibili in Italia che noi possiamo vendere senza nessun problema con questo sistema. In pratica il negozio è integrato sia con l’online che con il magazzino dei fornitori. Questo ci consente, in maniera virtuale e multimediale, di gestire il prodotto come fosse presente e disponibile in negozio. È un sistema complesso ma molto evoluto che comprende 50mila referenze. Il punto vendita è invece un negozio fisico che ha due caratteristiche principali: i prodotti che si toccano con mano e le persone che danno assistenza per l’acquisto, che rappresentano il mondo reale. La presenza fisica resta infatti importante perché il consumatore finale, quando compra beni durevoli di un certo costo, ha bisogno di vederli e soprattutto di ricevere consulenza nella scelta. Ma anche di fidarsi dell’insegna che lo vende e che può offrire assistenza dopo l’acquisto».
Qual è l’andamento attuale del settore dell’elettronica e degli elettrodomestici considerando anche la pressione dell’inflazione sul potere di acquisto delle famiglie che si fa sentire parecchio?
«Purtroppo abbiamo assistito negli ultimi due anni dell’incremento dei prezzi in alcune categorie, che è inversamente proporzionale al potere d’acquisto delle famiglie calato ed eroso dall’inflazione. Di conseguenza il nostro mercato si è un po’ ridotto però c’è da tenere presente che nei due anni di pandemia ha beneficiato di un’impennata di vendite perché con le persone chiuse in casa c’è stato un maggior utilizzo degli elettrodomestici in generale e delle loro sostituzioni. Ci sono stati dei notevoli incrementi che però stanno ridimensionandosi e in questo momento il mercato è un po’ depresso».
Quali obiettivi avete sul territorio di Forlì?
«Se il buongiorno si vede dal mattino, siamo contenti perché il giorno dell’inaugurazione siamo partiti con il negozio già pieno di clienti, anche grazie alle offerte ideate a sostegno dell’apertura. Ovviamente abbiamo i nostri budget e i nostri obiettivi, ma crediamo che siano assolutamente raggiungibili per il bacino d’utenza. Abbiamo fatto uno studio molto accurato della potenzialità di questo territorio e riteniamo che la nostra presenza qui possa risultare proficua».
La presenza di diverse aree commerciali a Forlì sta facendo discutere parecchio in città, da molti è ritenuta eccessiva, secondo lei può essere un problema per voi?
«Questo è un centro commerciale atipico, non è una galleria commerciale, ma un parco: è un insieme di negozi. Noi dobbiamo decidere se dobbiamo fermare l’innovazione e lo sviluppo o se continuiamo a usare le botteghe. È evidente che queste novità spostino i flussi commerciali all’interno delle città e quindi serve poi un po’ di tempo per ricreare l’equilibrio. Per la distribuzione moderna ci vogliono location di questo genere, poi si può discutere se le aree commerciali sono poche o sono troppe, ma questo dipende dalle scelte dell’amministrazione comunale».