Cesena, caccia all’identità del “calciatore sacro”: è Schachner o Ceccarelli?

Due sabati fa alla Basilica del Monte i giovani della diocesi hanno accolto monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo e gli hanno donato una sciarpa bianconera del Cesena, che poi ha messo al collo, sicuramente il nuovo vescovo non sapeva che il 21 aprile 1940, in quella stessa abbazia, il conte Alberto Rognoni e gli altri fondatori del Cesena Calcio erano saliti a piedi perché... “volevamo una benedizione per la nostra Creatura”. E probabilmente ancora ignora che in una vetrata del duomo è raffigurato un giocatore del Cesena: anche se presto lo informerà del fatto il tifosissimo don Filippo Cappelli.

Calciatore con i baffi

Il parroco di Budrio di Longiano, infatti, aveva rivelato al Corriere Romagna come nel riquadro inferiore della vetrata di destra dell’abside, quella dominata dal colore rosso del martirio, c’è una scena di San Giovanni Battista (titolare della cattedrale cittadina) che predica tra la gente, rappresentata da un frate con il volto di padre De Foucald, da un operaio con i propri strumenti di lavoro e da uno sportivo. In particolare quest’ultimo, seduto alla sinistra del santo patrono, indossa un paio di scarpini e vicino a sé ha un pallone da calcio, sotto il quale è incisa la scritta “A.C.” interpretabile come riferimento all’A.C. Cesena. Don Filippo ritiene possa essere identificato, per i suoi inconfondibili baffi, in Walter Schachner il quale era all’oscuro della sua raffigurazione “sacra”, ma oggi la “rivendica” con orgoglio, come dichiarato a La Gazzetta dello Sport: «Evidentemente a Cesena mi hanno fatto... Santo». Schachner prima della fine del campionato sarà al Manuzzi e nell’occasione ha assicurato che visiterà il Duomo.

Sacro e quotidiano

Schachner “santo” è un’ipotesi affascinante, ma pone qualche dubbio storico. Il bomber austriaco, infatti, fu ingaggiato dal Cesena nel luglio 1981 quando l’opera in Duomo era già stata ideata e in fase di realizzazione, come si legge in un’intervista del mese precedente, pubblicata sul Corriere Cesenate, dello scultore Nicola Sebastio in cui racconta come l’allora vescovo Luigi Amaducci gli avesse chiesto di progettare le nuove vetrate, poi fornisce alcune informazioni sulle misure e spiega il loro significato artistico e spirituale, che era quello di rappresentare l’eterno calato nel quotidiano. In questo contesto si inseriva la raffigurazione di un calciatore che però non poteva essere, almeno nel progetto iniziale, il centravanti austriaco il quale non era ancora un atleta del Cesena. I lavori di installazione delle vetrate furono ultimati il 14 novembre 1981 e, in via teorica, si può supporre che ci fosse stato il tempo per apportare modifiche in corso. Ad esempio, con richiamo all’attentato a Giovanni Paolo II di qualche mese prima, erano stati aggiunti tre spruzzi di sangue allo stemma papale. È però difficile immaginare che in ambiente diocesano ci sia stata altrettanta attenzione e sollecitudine, al punto da modificare un’opera sacra in extremis, per un giocatore di calcio arrivato da pochi mesi in città. È vero che Schachner suscitò subito un grande entusiasmo tra la tifoseria, ma in quel momento era fermo a due reti in campionato e non aveva ancora fatto la storia Cavalluccio.

Altre ipotesi

Il calciatore della vetrata, è un’altra supposizione, potrebbe essere allora la bandiera bianconera Giampiero Ceccarelli che in quello stesso 1981 stava capitanando il Cesena verso il ritorno in serie A. Anch’egli infatti per diversi anni, soprattutto nel pieno della sua carriera, era solito mostrare due caratteristici baffetti. Neppure Cecca però era a conoscenza del calciatore sulla vetrata del Duomo, che - salvo altre ipotesi - potrebbe rappresentare genericamente un giocatore della squadra simbolo popolare della città. Ma forse ci piace più pensare che Cesena abbia davvero innalzato Schachner ... a santo protettore dei tifosi bianconeri.

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