Una mostra-atlante racconta 30 anni di Motus al Museo della Città di Rimini / TUTTE LE FOTO NELLA GALLERY


































Dal prossimo 15 marzo la compagnia riminese di teatro contemporaneo Motus racconta oltre 30 anni di attività con “Future in the past”, una mostra-atlante allestita all’interno delle 10 stanze dell’ala nuova del Museo della Città di Rimini, in cui la compagnia espone per la prima volta l’Archivio Motus attraverso video, documenti sonori, testi, fotografie e materiali grafici, sedimentati nel tempo in forma non ordinata.
L’Archivio Motus è realizzato grazie al bando Pnrr Tocc, in collaborazione con Biblioteca Gambalunga, Comune di Rimini, il partner tecnico 4Science e l’appoggio del laboratorio Sanzio Digital Heritage dell’Università di Urbino Carlo Bo.
Come suggerisce il titolo della mostra, secondo Motus il futuro e il passato non stanno in una dicotomia che li distanzia e li fa sembrare irrimediabilmente lontani, per escludersi a vicenda, piuttosto, li troviamo entrambi, contemporaneamente. Scivolare nel passato non è ripiegamento nostalgico nella memoria di ciò che è stato, ma si apre, si fa piega, incrinatura, interferenza, glitch, che aiuta a ridefinire questioni legate al contemporaneo e si fa strumento per immaginare nuovi futuri.
“Future in the past” è un tentativo di attraversare, infestare e decostruire un archivio teatrale lungo 35 anni. «Abbiamo allestito le stanze dell’ex ospedale di Rimini non pensando a uno stare immobile, ma secondo una nuova temporalità in cui passato, presente, e futuro si attraversano a vicenda, lacerandosi, facendosi, ognuno, strumento per questionare l’altro» spiegano Daniela Nicolò, fondatrice della compagnia con Enrico Casagrande, e Beatrice Ottaviani collaboratrice del progetto. «Nel percorso espositivo vogliamo mantenere accesa la liveness stessa del teatro, procedendo per tracce, evocazioni, associazioni; gli elementi estrapolati rimandano alla nostra ricerca, ma allo stesso tempo creano un’ambientazione, si mettono in scena, cambiano il perimetro della stanza, delineando “un altro”, possibile spazio scenico”».
La mostra diventa un’opera a sé, oggetto artistico autonomo fatto di frammenti, pezzi, scarti delle tante opere catalogate e numerate, che, nella collisione e convivenza all’interno di ogni stanza, generano un evento performativo nuovo. Nel percorso di Motus, si fluttua fra i linguaggi lasciando il visitatore libero di creare la “propria collezione”.
«Un’opera aperta – afferma la cocuratrice Ilaria Mancia – che dura 35 anni e prosegue nel qui e ora (come in ogni circostanza del performativo), una mostra che espone il suo stesso formarsi fatto di attraversamenti di membrane porose, dove ciò che era nascosto nelle trame del lavoro viene riposizionato e condiviso; appare delicatamente per poi sparire di nuovo, attivando una relazione con lo spazio che si fa tempo e viceversa. Nella collisione fra archivio e mostra del lavoro di una compagnia teatrale come Motus, si crea la possibilità di una nuova forma di drammaturgia fluttuante, che si dilata e si riannoda attraverso temporalità diverse che si mescolano e si fanno simultaneità immersiva. L’attraversamento dello spazio espositivo creerà nuove trame che si vivificano, fra tessiture e narrazioni, a ogni passaggio».
Anche il portale dell’archivio digitale (navigabile dal 15 marzo su archivio.motusonline.com e accessibile da un dispositivo nella mostra stessa) realizzato con i partner di progetto 4Science e la Biblioteca Gambalunga, con la cura dell’archivista Mara Sorrentino, pur nella linearità cronologica della catalogazione, apre possibilità di salti tematici e percorsi di lettura personalizzati e destrutturati.
In occasione degli ultimi cinque giorni della mostra, dal 30 aprile al 4 maggio, Supernova, invaderà aree della città di Rimini per la sua terza edizione, incluso il Museo della Città, il teatro Galli, il Teatro degli Atti, l’Arena Francesca da Rimini, il grattacielo, l’ex cinema Astoria e il parco della Cava. Supernova è un progetto per le arti performative curato da Motus, in collaborazione con Santarcangelo dei Teatri e Comune di Rimini e sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna.
L’intento è quello di realizzare un progetto artistico in sinergia con e per la città con proposte di linguaggi ibridi e azioni site-specific.
Spettacoli, installazioni, workshop, incontri, live music, arti visive, cinema... è evidente come oggi i confini porosi fra le arti richiedano di uscire dalle caselle stereotipate in cui sono imbrigliate le creatività di tante realtà artistiche, storiche ed emergenti.
Ingresso gratuito alla mostra
Apertura dal martedì al venerdì 10:00-13:00,
sabato e domenica 10:00 -13:00 e 16:00-19:00.
Dal 30/04 al 04/05 10:00-13:00 e 16:00-19:00.