Sante “Rino” Albertarelli, maestro cesenate del west a fumetti
CESENA. Sante “Rino” Albertarelli (Cesena 1908 – Milano 1974), uno dei principali maestri del fumetto italiano è conosciuto in tutto il mondo per essere uno dei più grandi rievocatori grafici del Far West americano. È il 1937 quando disegna per Arnoldo Mondadori “Kit Carson”, il suo personaggio più celebre, ispirato al trapper realmente esistito, diventato leggendario protagonista dell’epopea western e sarà proprio lui a rappresentarlo nella serie di francobolli “Storia del fumetto italiano” emessa dalla Repubblica di San Marino nel 1997.
Nel biennio ’38-’39 illustra su “L’Audace” la riduzione salgariana di “Alle frontiere del West” e, dopo la fine della II Guerra Mondiale, “Big Bill”, per il giornale Cowboy. Ritornerà a disegnare il West per l’Editoriale Daim Press nel 1973 per realizzare i dieci album della collana: “I protagonisti”. Monografie splendidamente disegnate che riguardano i personaggi più noti della Frontiera americana: George A. Custer, Geronimo, Billy the Kid, Jed Smith, Toro Seduto, Wyatt Earp, Wild Bill Hickok, Frank Canton, Bill Doolin ed Herman Lehman. A partire dal 1936 con “I pirati del Pacifico” su “Argentovivo”, Albertarelli produce numerosi altri fumetti: “Capitan Fortuna”, “Dottor Faust”, fumetto fra i più importanti prodotti in Italia prima della guerra e tanti altri comprese alcune storie di intreccio amoroso in Francia. Dal volume “Rino Albertarelli.
Maestria e versatilità di un talento innato” pubblicata nel 2015 dall’Associazione Nazionale Amici del Fumetto, curata da Silvio Costa, Paolo Gallinari, Luigi Marcianò e Luciano Tamagnini con i contributi di Gianni Brunoro, Claudio Gallo, Piero Zanotto, Claudio Nizzi, Graziano Frediani, Sergio Bonelli e del figlio dell’artista Ario, si scopre quanto l’attività grafica di Albertarelli, “fuori” dal West e dal fumetto in generale, sia enorme. Lo si trova collaboratore di riviste satiriche e umoristiche come “Il Bertoldo”, “Marc’Aurelio”, di “Le Grandi Firme” di Cesare Zavattini, poi dopo la guerra, di “Clan” dove si firma “Gabin”, “Grand Hotel”, “Tempo”, “Grazia”, “Marie Claire”, “Intimità”, oltre ad autore di manifesti cinematografici e campagne pubblicitarie.
Dall’inizio degli anni ’50 si dedica quasi esclusivamente all’illustrazione di libri per numerose case editrici. Le Case d’Asta “Urania” di Parma e “Little Nemo” di Torino, punti di riferimento per le vendite all’incanto di illustrazioni originali dei maestri del disegno e del fumetto italiani e internazionali, propongono in più occasioni opere di Rino Albertarelli fra le quali alcuni originali realizzati dal maestro cesenate per “La Sacra Bibbia”, edita in sei volumi dall’Editrice Ancora di Milano nel 1956. Si tratta dei profeti Elia che sale in cielo con i cavalli di fuoco, Daniele nella fossa dei leoni, Giona vomitato sulla spiaggia dalla balena, delle tavole della legge, del figlio di re David Assalonne impigliato tra i rami di una quercia e del centurione romano Cornelio folgorato dalla luce. Una serie di tempere a tutta pagina di rara coerenza grafica fra il testo e il pubblico al quale è destinata la stampa. Come per il passato in numerose produzioni, si firma con lo pseudonimo “Albert”. Una conferma del sottotitolo della monografia a lui dedicata, ricordata in precedenza, che recita: maestria e versatilità di un talento innato.