La storia di Lord Byron riparte da Ravenna: inaugura il museo a Palazzo Guiccioli - Gallery

Cultura
  • 23 novembre 2024

Il genio di Lord Byron? Il 29 novembre, la storia del poeta-simbolo del Romanticismo riparte da Ravenna, con l’inaugurazione del “Museo Byron e del Risorgimento”, il primo nel suo genere, a Palazzo Guiccioli. Per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, l’imponente dimora storica diventa infatti un complesso museale in cui, su due piani e attraverso 2.220 metri quadri e ventiquattro sale, “si riannodano i fili del lungo soggiorno di Byron in città”, segnalano gli organizzatori. Ritornano allora la passione amorosa per la contessa Teresa Guiccioli, che guidò l’esule inglese a Ravenna, e la passione civile germogliata all’incontro con la Carboneria, primo passo sulla strada che avrebbe portato il libertino a votarsi alla causa della libertà dei popoli e unirsi agli indipendentisti greci. Grazie all’opera di restauro, adesso, tornano a vivere le stanze dove Byron amò e scrisse (qui compose, fra gli altri, il Don Juan), mentre l’experience interattiva e intermediale firmata da Studio Azzurro trasporterà i visitatori nell’Ottocento ravennate, specchio di slanci poetici e patriottici che percorsero tutta l’Europa.

Accanto ai memorabilia sentimentali di Teresa, edizioni pregiate e cimeli risorgimentali (inclusi quelli provenienti dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia e dalla Fondazione Bettino Craxi), Palazzo Guiccioli ospita anche il Museo delle Bambole (Collezione Graziella Gardini Pasini) e, inoltre, il Palazzo è inoltre diventato sede italiana della Byron Society. I suoi rappresentanti saranno presenti all’inaugurazione del Museo Byron, “il solo al mondo”, cui prenderanno parte anche il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Ernesto Giuseppe Alfieri e il presidente della stessa Cassa ravennate Antonio Patuelli, primo ideatore del Museo accanto allo stesso Alfieri e a Lanfranco Gualtieri, allora presidente della Fondazione. “Romana, bizantina, ostrogota, dantesca... dei molti volti di Ravenna, forse la Ravenna ottocentesca è quello che fino a oggi ha trovato meno spazio nella biografia della città”, osserva Alfieri. “L’amore per Teresa portò Byron a trasformarsi e, senza diventare un santo, cambiò vita: andava a cavalcare nella foresta pinetale a Ravenna e qui incontrava i Carbonari che lo salutavano in dialetto ma dicevano di essere americani”, aggiunge Patuelli.

Un minuzioso lavoro di recupero

Il complesso e delicato recupero è stato realizzato da Aurea Progetti di Ravenna, con il Laboratorio del restauro di Ravenna per le superfici lapidee e sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna. Fra i magnifici apparati decorativi riportati alla luce e testimoni del mutare del gusto e degli stili, ci sono anche gli affreschi che Byron commissionò per lo studiolo dove scrisse capolavori. Il progetto museografico è stato invece curato da Donatino Domini e Claudia Giuliani, mentre è Alberta Fabbri ad assumere il ruolo di direttrice del complesso di Palazzo Guiccioli. Se a proteggere le collezioni del Museo Byron e del Risorgimento sono le vetrine ad alta tecnologia di Goppion, storica azienda italiana le cui creazioni salvaguardano anche la Gioconda al Louvre, il percorso narrativo intermediale di Studio Azzurro restituisce voce agli oggetti esposti, in un “museo narrativo” dove il vero protagonista è il visitatore che attiva il racconto per suoni, video, voci, animazioni. Così il museo informa raccontando, educa coinvolgendo e intrattiene emozionando.

Qui si amarono e da quella travolgente relazione è fiorito un museo: quello di Palazzo Guiccioli è il solo Museo Byron al mondo e l’autentico contesto di un amore che segnò il destino del poeta-simbolo del Romanticismo, la cui arte giunse a pienezza a Ravenna – vi compose Don Juan, l’ultimo canto del Childe Harold’s Pilgrimage, Marino Faliero, Sardanapalus, The Two Foscari, The Prophecy of Dante. A Ravenna i due volti di Byron – il grande amante e l’amico dei patrioti, il libertino e l’idealista – si incontrano. Di sala in sala, i visitatori seguono il Lord nel suo volontario esilio attraverso l’Europa fino a Venezia, scena del fatale incontro con Teresa, e poi nei felici anni a Ravenna dove entrò in contatto con la Carboneria e si votò alla causa della libertà dei popoli, fino al tragico epilogo in Grecia nel 1824 e alla Byromania, ovvero il perdurare del mito fino ai nostri giorni. Cuore del Museo sono i cimeli d’amore raccolti e custoditi da Teresa: i riccioli di capelli, un frammento di pelle dopo una nuotata sotto il solo estivo, il cestino delle lettere, foglie e felci dal parco di Newstead Abbey, dove il Lord visse e nei cui pressi fu sepolto.

Se la residenza a Palazzo Guiccioli segna un punto di svolta nella coscienza civile di Byron, oggi i visitatori sono invitati a fare a loro volta esperienza degli ideali che conquistarono il poeta inglese, immergendosi, grazie al Museo del Risorgimento, in un’epoca che ha visto la nascita della nazione italiana. Intrecciando storia nazionale e storia locale, il percorso si apre con l’età napoleonica e prosegue fino all’Unità, per terminare con una sezione dedicata al mito di Giuseppe Garibaldi e della moglie Anita, che spirò proprio in queste terre durante la “trafila” garibaldina. Gli oggetti esposti – più di 450 tra dipinti, sculture, fotografie, armi e divise, medaglie, senza contare carteggi, editti, manifesti... – sono quelli delle collezioni risorgimentali di proprietà del Comune di Ravenna, comprensive della Collezione Guerrini e provenienti dalla Biblioteca Classense, e delle raccolte su Garibaldi delle Fondazione Spadolini Nuova Antologia e dalla Fondazione Bettino Craxi, concesse in deposito alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.

Palazzo Guiccioli include anche il Museo delle Bambole - Collezione Graziella Gardini Pasini, un’occasione di rileggere un secolo e mezzo di storia attraverso la lente dell’infanzia e dei suoi giochi, dal primo Ottocento fino agli anni Cinquanta del Novecento. In parte ereditata da Graziella Gardini Pasini (per anni presidente dell’Accademia di Belle Arti) e in parte arricchita grazie a donazioni, ricerche, viaggi e acquisti, la collezione è collocata nella più recente ala del palazzo, quella che nell’Ottocento non era ancora edificata e si affaccia su via Morigia. La “famiglia” di bambole conta più di duemila esemplari, nei materiali più svariati – porcellana, stoffa, celluloide, panno, cartapesta... – e di note firme; non mancano guardaroba, arredi, accessori, sezioni dedicate alla scuola e ai corredi dei neonati e una ricca biblioteca.

Biglietti e orari

Biglietto unico musei: intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridotto giovani (fino a 26 anni) 5 euro, ragazzi (fino a 11 anni) omaggio.

Prevendite: biglietteria Palazzo Guiccioli, online www.palazzoguiccioli.it e circuito vivaticket.

Orari musei: dalle 10 alle 18. Giorno di chiusura: lunedì

Sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre ingresso gratuito (fino esaurimento posti disponibili): prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzoguiccioli.it a partire dalle ore 10 di lunedì 25 novembre.

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