Dolcezze struggenti e artigli impietosi: ecco “Il rosario di cartapesta” di Silvia Sinibaldi

Cultura
  • 01 luglio 2024

Giunta alla sua terza prova, con il libro di poesie “Il rosario di cartapesta” (Corsiero Editore, Reggio Emilia) la giornalista pesarese Silvia Sinibaldi raggiunge una maturità nella sua scrittura, che lascia i segni chiari di chi questa arte, la pratica da tempo raggiungendo uno specifico nel linguaggio e nella forma assolutamente personale e riconoscibile. Alterna sapientemente un registro alto, fatto di termini ricercati, elevati (si pensi alla precisione nella citazione di elementi botanici), a passaggi in cui drammaticamente la lingua si sporca, si fa cruda, descrivendo la miseria dei corpi e dell’anima. Il filo che attraversa le liriche è un tu senza nome e cognome, senza indirizzo che apre la raccolta e la chiude . Tra questi due spazi, o forse tempi, si inserisce il tema del cammino, dei passi che si percorrono nella vita propria e in quella altrui: è il tema costante nella sezione, non a caso intitolata Passi imprecisi. Il cammino è vissuto come terapia, cura dal dolore dell’esistenza, ricerca di un ritmo che scandisca le giornate e la scrittura e il rito quotidiano. L’unica traccia che l’autrice lascia al lettore è proprio il titolo delle tre sezioni in cui il libro è diviso. Passi imprecisi appunto, Parole in tasca (la potenza e l’amore per i libri) e il Pube impolverato (la femminilità e l’inadeguatezza). Le liriche invece non hanno titoli e invitano a una lettura libera, priva di vincoli. Stupiscono nella materia delle sue parole elementi di supplica: Ossignore liberami da un male “che ha un nome /corto come un cappio al collo/ duro come una gutturale/. Una cifra linguistica di questa raccolta che, a partire dal titolo Il rosario di cartapesta, propone termini tratti dal lessico “religioso” con frequenza, segno di una sacralità potremmo dire “laica”. Si va dal “camminare è l’unica consolazione/ come pregare sotto le arcate maestose di una chiesa/ a “un precario sudario” al “credo”, quasi blasfemo, dove la lingua attinge alla quotidianità dei gesti e dei loro odori nauseanti. Nei canti dell’autrice ci sono dolcezze struggenti e artigli impietosi, nuvole nere e squarci di azzurro. Nella postfazione alla raccolta, Guido Spaini, scrive: «Versi asciutti e scabri, intimi e personalissimi, in cui Silvia sceglie di mettersi a nudo». Silvia Sinibaldi è giornalista. Ha pubblicato il libro di poesie” Gerundio” e il romanzo” L’Oceano nel mezzo”. E’ possibile acquistare “Il rosario di cartapesta” sul sito di Corsiero Editore oppure ordinarlo nelle librerie tramite Messangerie

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