Che colore ha la nostalgia dell’infanzia? Giovanna Cappellini apre il suo “Gate”
Funzionaria della Fondazione Forense di Pesaro, da tempo impegnata in campo teatrale, insegnante di pilates, appassionata di teatro e di viaggi, la pesarese Maria Giovanna Cappellini esordisce ora in letteratura con “Gate”, racconto breve per ora autopubblicato ma a breve anche in libreria.
Il titolo del volume si riferisce a un viaggio compiuto in Cornovaglia, che ha portato l’autrice a oltrepassare un cancello divenuto poi – nella finzione narrativa – la possibilità di un passaggio verso una dimensione diversa.
Cappellini, da dove nasce l’idea da cui è scaturito il suo lavoro e quali le finalità espressive sottese al testo?
«L’idea del racconto è arrivata proprio dal cancello, ricordo di averlo fotografato (e da questo scatto è poi nata l’immagine di copertina) e di aver da subito cominciato a immaginare che, scavalcandolo, mi sarei trovata catapultata come l’Alice di Carroll, in un altro mondo. Quando scrivo vado d’istinto, quasi mai penso allo stile o a come terminerà una storia, ci arrivo e basta».
Il suo è un racconto in cui si percepisce il potere evocativo del sogno e del viaggio, il racconto onirico di un parallelismo tra il mondo contemporaneo e una dimensione “altra”, primigenia, capace forse di dare risposte ma, al tempo stesso, anche di esigere in cambio qualcosa. Tra lingue sconosciute, personaggi che appartengono al mondo del mito (e «sembrano usciti da una favola dei fratelli Grimm») e domande universali, la narrazione gioca con diversi stilemi narrativi. Senza svelare troppo ai lettori, ci racconta qualcosa di più della trama e sulla tipologia di narrazione?
«“Gate” è un racconto circolare, la ricerca, comune a molti uomini, di uno stato di beatitudine. Ciò che c’è oltre il cancello rappresenta la parte più nostalgica di me; gli odori, i colori persino le sensazioni olfattive, sono quelle realmente vissute durante la mia infanzia felice, accanto all’uomo più importante della mia vita, mio padre. Alcuni cancelli aprono a nuovi mondi o, semplicemente te ne ricordano altri». Dopo questo esordio, che è stato accolto con interesse dai lettori, ha intenzione di uscire con un nuovo lavoro?
«All’orizzonte ci saranno dei “fili”. I fili legano, raccontano e.... spiegano».