Coronavirus. Ingegnere multato sette volte: «Voglio essere libero»
RIMINI. È la settima volta in dieci giorni che viene fermato in giro dai carabinieri della Compagnia di Riccione, sempre lontano dall’abitazione e senza mai fornire una giustificazione in linea con quelle consentite dalle norme sulla restrizione agli spostamenti. Stavolta l’ingegnere originario di Bologna e residente a Riccione, “pluri-recidivo”, è sbottato, pur senza mancare di rispetto ai militari che fanno solo il loro dovere. «Voglio avere la libertà di investire i miei risparmi nel pagamento dei verbali», ha affermato senza mezzi termini a chi cercava di convincerlo a non intestardirsi in quella che sembra diventata una sfida alle regole. «Voglio avere la libertà di sentirmi libero». A qualunque prezzo se è vero che il “conto” sta lievitando a rischia di arrivare, di sanzione in sanzione, a qualche migliaio di euro.
L’ultima volta è stato beccato al varco tra Coriano e Montescudo mentre se andava tranquillamente in bicicletta a torso nudo e con la musica alle orecchie. In precedenza, aveva spiegato di non resistere in casa per tutto il tempo e di avere bisogno di tre ore d’aria al giorno per motivi di salute mentale e fisica. Una settimana fa era incappato in due controlli nel giro di un’ora. Prima a Riccione, però lontano da casa, e poi a Cattolica, al volante della propria auto: quasi mille euro in un solo giorno. Quel giorno, tra i denti, aveva lasciato intendere che prima di pagare era disposto ad arrivare davanti al giudice di pace. Non è mai stato sorpreso in compagnia di altre persone ed evidentemente adotta le strategie di distanziamento sociale così da non rappresentare un pericolo né rischiare a sua volta il contagio. Ma l’obiezione che i militari della Compagnia di Riccione gli fanno ogni volta che gli presentano un nuovo verbale è sempre la stessa: «E se tutti facessero come lei?».