La morte di Pantani e i sospetti sulla camorra a Madonna di Campiglio: il pm di Trento acquisisce gli atti dalle altre procure

Cesenatico
  • 13 febbraio 2025

Il 14 febbraio 2004 moriva a Rimini Marco Pantani, il più grande ciclista romagnolo di sempre. Una morte che ha cambiato per sempre il mondo del ciclismo e continua a fare discutere.

La procura di Trento - riporta Lapress - ha acquisito i fascicoli relativi alla morte del campione di Cesenatico dalle procure di Rimini, Forlì, Roma e Napoli. In pratica tutti gli uffici giudiziari che nel tempo hanno indagato sugli ultimi istanti di vita del Pirata. Il corpo del campione fu trovato nella stanza D5 del residence ‘Le Rose’ di Rimini, oggi demolito. Macerie, anche investigative, su cui la magistratura trentina sta ancora scavando per “associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista”.

I controlli di Madonna di Campiglio

Ipotesi di reato per ora senza indagati che dal punto di vista temporale iniziano proprio in Trentino, per le presunte alterazioni dei campioni ematici di Pantani durante i controlli anti doping la mattina del 5 giugno di 26 anni fa prima della frazione di Madonna di Campiglio che vedeva il campione romagnolo saldamente al comando della classifica del Giro d’Italia 1999 con 6 minuti di vantaggio, e finiscono la sera del 14 febbraio 2004 nel residence di Rimini. Sotto la lente della procura di Trento c’è il sospetto della “manipolazione” ad opera della camorra delle provette con il sangue di Pantani. Quindici fino ad ora le persone informate sui fatti ascoltate in procura per ricostruire le modalità del prelievo e capire perchè alla provetta di Pantani non fu assegnato un numero progressivo e anonimo ma il 11440, apposto alla presenza di più persone. Tra gli atti in possesso della magistratura di Trento anche le dichiarazioni rese a suo tempo e a più riprese ai carabinieri dall’ex capo clan camorristico di Mondragone, poi divenuto collaboratore di giustizia, secondo cui “se Pantani vinceva il Giro avrebbe buttato in mezzo alla via quelli che gestivano le scommesse”.

I “buchi investigativi”

E poi ci sono i “buchi investigativi” evidenziati dalla Commissione parlamentare antimafia come si legge nelle “risultanze relative alla morte dello sportivo Marco Pantani ed eventuali elementi connessi alla criminalità organizzata che ne determinarono la squalifica nel 1999”. Atti che per la prima volta riferiscono delle audizioni degli operatori del 118 che trovarono il ciclista morto ormai da ore e mai ascoltati durante le prime indagini. “Appare non condivisibile la scelta, conseguente alla frettolosa conclusione delle indagini, di non rilevare le impronte digitali nel luogo del rinvenimento del cadavere, del tutto inspiegabile in considerazione della copiosa presenza di sangue, visibile dalle numerose fotografie della polizia scientifica, di cui si sarebbe dovuta verificare l’appartenenza”, ha concluso la Commissione antimafia. Per il momento l’avvocato della famiglia Pantani, Fiorenzo Alessi, sottolinea che “quando un ufficio giudiziario, com’è in questo caso la procura di Trento, dimostra nei fatti di svolgere diligentemente e compiutamente la propria funzione e il proprio lavoro, la migliore forma di apprezzamento e condivisione sia un rispettoso silenzio”.

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